Anna Freud, psicoanalista infantile e dell’io

Al nome Freud –Sigmund naturalmente- associamo immediatamente la parola inconscio –o più correttamente es-, con cui Sigmund ha cercato di entrare in contatto, tralasciando l’io e il super-io. All’io si dedicò la figlia Anna, meno nota ma essenziale per la psicoanalisi infantile.

anna e sigmund
http://www.focus.it – Anna e Sigmund

Nella tripartizione psicoanalista della personalità, l’io ha il compito importante di mediare tra le regole imposte dal super-io e i forti desideri dell’es, così che le persone capiscano quando controllare i propri istinti e quando invece concedersi un piacere senza infrangere regole sociali. Anna Freud approfondisce il metodo di agire dell’io e soprattutto i meccanismi di difesa che utilizza quotidianamente –come negare oppure riflettere sull’interlocutore un sentimento che si vergogna di provare-.

Nei bambini in particolare, questi meccanismi di difesa possono evidenziare eventuali disagi che altrimenti passerebbero inosservati. Sigmund Freud aveva studiato le fasi di sviluppo infantili ma sempre in funzione della vita adulta; non si dedicava ai bambini e sosteneva che una buona analisi psicoanalitica fosse possibile solo in età adulta, quando l’uso della parola è ben sviluppato ed è possibile ripercorrere il proprio passato.
La figlia Anna cerca metodi per entrare in contatto con i bambini senza usare la parola e trova nel disegno una via per giungere all’inconscio dei suoi piccoli pazienti. Comprende che il disegno è uno dei più importanti mezzi di comunicazione che il bambino ha a disposizione e, poiché alcune scelte grafiche –come l’uso dei colori o le proporzioni tra figure- non sembrano dettate da una scelta razionale, la loro origine è probabilmente nell’es. Da questa deduzione pone le basi per l’analisi del disegno infantile, ancora oggi utilizzato soprattutto negli asili e nei primi anni di elementari.

ovale
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com – Anna Freud

Al contrario del padre, Anna non ritiene la psicoanalisi essenziale per un individuo equilibrato. Per questo sarà criticata da Melanie Klein, altra pietra miliare della psicoanalisi infantile, che ha scelto il gioco come metodo per monitorare periodicamente i bambini a scopo preventivo.

Anna quindi non si è limitata a seguire le orme del padre, ma ha ampliato gli argomenti da lui trascurati e ne ha fatto la sua materia di studio, lo ha seguito ma ha rivendicato se stessa…non è tutto molto psicoanalitico?

 

Fonti:
I percorsi della mente, Luigi D’Isa e Franca Foschini, Hoepli, 2008
La conoscienza e la ricerca, Ugo Valle, Michele Maranzana e Paola Sacchi, Zanichelli, 2002
produzione intellettuale propria

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