Sete di viaggi vs paura del terrorismo

Negli ultimi anni, a mettere un freno alla voglia di vacanza degli italiani erano soprattutto, se non soltanto, i problemi di portafoglio, causati dalla tanto chiacchierata crisi che ha costretto diverse famiglie a rinunciare anche solo alla rituale settimana di mare o montagna, che prima poteva concedersi. Ora, a farci contare fino a dieci prima di andare in agenzia viaggi, si aggiunge anche la paura scatenata dalla minaccia terroristica.

L’attentato alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo, verificatosi a Parigi il 7 gennaio 2015, aveva messo le basi per del sentimento, oltre che di tristezza e rammarico, di angoscia e di paura per la propria vita, non solo nel quotidiano, ma anche e soprattutto nell’ottica di dover viaggiare.

Lo scorso anno la voglia di vacanza e l’interesse per le mete turistiche sono riuscite ad avere la meglio sul timore. Quest’anno le cose sono peggiorate. Da un’estate all’altra le tragedie si sono condensate. A partire dall’attentato del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan, sempre a Parigi, gli attacchi sempre più frequenti hanno agitato gli animi. Per la paura molti non hanno prenotato le vacanze, o sono stati influenzati nella scelta delle mete. Già dopo Bruxelles, 7 italiani su 10 hanno ammesso che questa situazione avrebbe influenzato i loro progetti.

Del resto, anche i primi dati statistici confermano questa tendenza. La top ten delle destinazioni scelte per l’estate, stilata sui dati recepiti da TripAdvisor, ci dice che 6 su 10 sono località italiane e, non ha caso, molti italiani dichiarano di sentirsi più al sicuro nel proprio Paese piuttosto che all’estero, forse anche perché nella penisola ancora non si sono registrati episodi. Nonostante tutto, non sono scomparse dalla lista delle preferite le grandi città (New York, Londra, Roma, Barcellona), che dovrebbero essere punti di rischio per eccellenza.

Forse a tranquillizzare gli animi ha contribuito anche il fatto che sia filato tutto liscio durante gli europei di calcio, che erano quotati come evento nel mirino. Insomma, sembrava che anche per l’estate 2016 la paura non l’avrebbe avuta vinta del tutto. Tuttavia l’inizio della stagione ha messo uno stop all’entusiasmo di molti. Partendo dall’attacco nel ristorante a Dacca in Bangladesh del primo luglio scorso, per continuare con la strage di Nizza del 14 luglio.

Di sicuro questo ha messo un bel paletto alle partenze dell’ultimo minuto; tutti quelli che avevano qualche giorni di ferie da sfruttare e qualche idea in testa non sono comprensibilmente invogliati a partire all’avventura. Altri, con il pacchetto vacanza organizzato e prenotato hanno fatto inversione di marcia o sono titubanti. Tanti, che magari si nascondono dietro ad affermazioni spavalde e affermano di non avere nessuna esitazione perché “insomma, bisogna essere un po’ fatalisti, non ci si può chiudere in casa, non si può fermare il mondo”, hanno qualche timore che gli ronza in testa.

Il 22 luglio, l’ultimo attacco registrato nel centro commerciale di Monaco, ha dato un’ulteriore botta. Non c’è un attimo di respiro tra una strage un’altra, che permette di accantonare nel dimenticatoio la paura.

L’idea di farsi mettere in ginocchio dal sistema di paura che si è creato è agghiacciante, ma questo non lo rende una realtà meno concreta. Certo, è presto per tirare le somme sugli esiti della lotta tra la voglia di vacanza e la sete di scoperta di mete turistiche da una parte e il timore degli attacchi terroristici dall’altra, ma per ora il sentire comune non è incoraggiante. Possiamo solo tifare per il coraggio e cercare di non farci sopraffare, raccogliere tutto lo stimolo che abbiamo, riempire le nostre valigie con tanto desiderio di scoprire, smania di visitare o semplicemente voglia di rilassarsi, lasciare la paura nel cassetto a casa e partire.


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