Un museo da paura

Conosciuto anche come il Museo di Etnologia e Antropologia, il Kunstkamera è il primo museo di San Pietroburgo. Questo museo nasce tanto, forse troppo tempo fa. Vi chiederete: “è così importante questo aneddoto?” ebbene sì. Infatti è conosciuto in tutto il mondo, oltre che per una ricchissima raccolta etnografica e per la biblioteca dello Zar che vanta numerosi libri e manoscritti, per una collezione che ora nessuno penserebbe di iniziare e soprattutto di esporre in un museo.

Voluto da Pietro Il Grande e completato nel 1727, il maestoso edificio si affaccia sulla Neva, fiume che nascendo dal lago Ladoga attraversa San Pietroburgo per poi sfociare nel golfo di Finlandia. Il museo consiste nella collezione di Fredryk Ruysch, acquistata personalmente dallo Zar, rimasto affascinato da questa dopo la visita al gabinetto anatomico dell’inventore ad Amsterdam. Negli anni è stata ampliata, su ordine dello Zar. Il suo intento era di racchiudere in questo luogo “tutte le stranezze esistenti al mondo”. Gli “ospiti” di questo museo sono infatti animali e feti con malformazioni genetiche, ovviamente tutti rinchiusi in cilindri di vetro contenente del liquido grazie al quale ancora oggi sono conservati perfettamente. Lo Zar stesso spostò la collezione, dapprima ubicata nel palazzo d’estate, per incoraggiare lo studio delle malformazioni genetiche. Durante il diciottesimo secolo era molto importante da un punto di vista scientifico studiare le anomalie dello sviluppo di alcuni organismi e parte di questa collezione fu infatti alla base delle ricerche dei primi anatomisti che lavoravano presso l’Accademia della scienza di San Pietroburgo.

Un museo da non perdere, invidiato da tutto il mondo per la sua ricchezza culturale, è tuttavia presentato come “casa degli orrori” in molti siti di turismo. Quale sarà stata la vera motivazione che ha spinto lo Zar ad esporre questa collezione?

 

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Fotografia scattata da Chiara Paganini
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Fotografia scattata da Chiara Paganini

Credits: foto di Chiara Paganini

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