Schönbrunn, a casa di Franz e Sissi

A cento anni esatti dalla scomparsa dell’imperatore Francesco Giuseppe, consorte della celebre principessa Sissi, Vienna si prepara alle celebrazioni. Non c’è quindi momento migliore per visitare una delle più famose e romanzate residenze imperiali: il castello di Schönbrunn. Per moltissimi secoli la vita della nobile famiglia si è svolta tra questi sfarzosi interni, arredati con preziosi mobili rococò, intarsi, carte da parati e dipinti. Varcando le oltre quaranta stanze del castello e attraversando il suo meraviglioso parco, sarà possibile per poche ore soltanto catapultarsi indietro nella storia dell’impero austro-ungarico.

Il castello di Schönbrunn venne realizzato a pochi passi da Vienna come residenza estiva degli Asburgo, che ne detenevano il possesso già dal 1569. Il suo nome deriverebbe dalla scoperta nella zona di una sorgente, in tedesco Schöner Brunnen ovvero “bella fonte”. Fu Maria Teresa d’Austria a trasformare la dimora di caccia in una splendida residenza imperiale. Nel corso del suo regno, tra il 1740 e il 1780, incaricò l’architetto Nikolaus von Pacassi di realizzare alcuni ambienti secondo i dettami dello stile rococò. Tra questi la grande galleria usata per balli e ricevimenti ufficiali, impreziosita con specchi, lampadari, stucchi, dorature e affrescata con un tripudio di allegorie rappresentanti il governo dell’imperatrice; i gabinetti cinesi, arricchiti da preziosa carta da parati, derivanti dalla passione dell’imperatrice per l’arte orientale, e infine il salone degli specchi. Esternamente la facciata odierna del palazzo presenta ben poco di questa sfarzosità, sostituita invece nell’Ottocento da una pittura gialla.

Quando il giovanissimo Francesco Giuseppe, nipote di Maria Teresa, salì al trono, nel travagliato 1848, si insediò nell’ala ovest del castello e fece aggiungere nuovi ambienti. Ne sono esempio la sala della guardia, dove le guardie imperiali si davano cambio per sorvegliarlo; la sala del biliardo destinata all’ora dello svago; la camera da letto e lo studio. L’imperatore era un lavoratore instancabile, aveva una routine giornaliera molto rigida: si svegliava alle quattro del mattino, un’ora dopo si recava nel proprio studio per svolgere i propri impegni lavorativi e si coricava molto presto la sera. Non si concedeva nessun tipo di sfarzo se non quello dei ricevimenti ufficiali.

Anche l’arredamento delle sue stanze traspira austerità. Mobili in stile rinascimentale, poltrone e sedie foderate unicamente con il damasco di seta rosso e uno spartano lettino in ferro. A colpire è ancora oggi l’aspetto intimo degli appartamenti. Alle pareti sono esposte fotografie e dipinti dei figli, della moglie e dei nipoti, volti che raccontano le tristi vicissitudini dell’imperatore: la morte prematura di due figli, l’assassinio dell’amata Sissi per mano di un fanatico e le difficoltà politiche legate a un vasto e spaccato impero.

Si può dire l’opposto della principessa Sissi, considerata una delle donne più belle del tempo, dominata da un carattere e un temperamento alquanto inquieto, ostile alle etichette tanto da guadagnarsi l’epitomo di “ribelle di corte”. I suoi appartamenti comprendono il salotto, dove usava scrivere le sue lettere, e la sala della toeletta, dove passava ore e ore a dedicarsi alla cura del corpo, del vestiario e dei capelli lunghi fino alle caviglie. Si tratta di stanze poco vissute poiché la principessa amava particolarmente viaggiare.

A chiudere in bellezza, il parco di Schönbrunn che presenta ancora l’impianto barocco voluto da Maria Teresa. Oltre alle serre e ai giardini botanici, sono sicuramente da sperimentare il labirinto di cespugli, oggi disseminato da giochi moderni e più a est, ai piedi di una collina, la meravigliosa fontana di Nettuno, dominata dal dio del mare e dal suo seguito. Poco più sopra la Gloriette, un edificio a colonnato in stile neoclassico coronato in sommità dall’aquila imperiale. Da qui sarà possibile ammirare l’intera tenuta e chiudendo gli occhi immaginare di aver vissuto una giornata da re, almeno per poche ore.


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