“Antigua, vita mia” di Marcela Serrano

Copertina semi rigida, 294 pagine e una storia tutta al femminile. Si tratta di Antigua, vita mia di Marcela Serrano, scrittrice cilena di grande fama. Il romanzo, pubblicato nel 2003 e edito da Feltrinelli, ha conosciuto diverse riedizioni (quella del 2003 è la terza), segno certamente del successo dell’autrice e dei suoi romanzi. Il libro racconta la storia di due donne: Josefa e Violeta, amiche fin dall’infanzia, diverse ma complementari. Violeta con il suo idealismo e la sua vulnerabilità, Josefa con il suo pragmatismo, il suo disincanto e la sua razionalità. Attraverso le pagine del diario di Violeta, la narrazione si dipana facendo luce sulla vita dell’una e dell’altra donna intrecciando in maniera indissolubile i loro destini.

Il romanzo è anche la storia di un paese, il Cile e della sua ripresa dopo il 1989: dopo il crollo del muro di Berlino, niente è più uguale a prima. Ma è sopratutto la storia di Antigua, città del Guatemala, dove prima Violeta e poi Josefa trovano riparo, pace e serenità lontano dai problemi assordanti della vita, ma soprattutto ritrovano se stesse e la loro amicizia. Perdersi e ritrovarsi. Raccontarsi.

Ci guardiamo, io e Violeta. Ci misuriamo, ci riconosciamo, ci valutiamo, ci studiamo. Io, alla fine, scelgo di rompere il silenzio.

Con Marcela Serrano i paesaggi e gli stessi profumi cominciano a prendere vita attraverso le pagine del racconto; si ha come la sensazione di riuscire a toccare con mano gli stessi volti di Josefa e Violeta, di sentire l’incantevole voce dell’una e di toccare le trame intricate dei tappeti e degli arazzi colorati dell’altra. L’autrice tocca le corde più profonde e intime dell’animo di una donna e lo fa con straordinaria sensibilità.

Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.

Un romanzo denso, intenso e ricco di emozioni, quelle provate dalle due protagoniste e trasmesse, in maniera quasi impercettibile, attraverso la scrittura e il linguaggio, molto spesso ricercato, dell’autrice cilena. Marcela Serrano è maestra nell’indagare l’animo femminile, le sue passioni, i suoi tormenti e le sue emozioni e in questo romanzo dimostra tutta la sua bravura e la sua grande forza espressiva. Un libro per tutte le donne, in cui ognuna potrà ritrovare un po’ di se stessa. Insomma, un romanzo da leggere e da assaporare, da conservare all’altezza del cuore.


Fonti

Marcela Serrano, Antigua, vita mia, Feltrinelli, 2003.

Crediti

Copertina

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