Guarda come ti rivoluziono la RAI

Se per molti l’estate è tempo di vacanza e di relax, non lo è così per la RAI, che approfitta dei giorni estivi per stabilire i palinsesti del nuovo “anno televisivo” e rivedere le linee editoriali dei principali notiziari. Se vi siete fatti sfuggire le vicende di questa storia iniziata a giugno, ecco un breve resoconto di quanto avvenuto.

A suscitare voci di dissenso nelle proposte approvate a maggioranza dal consiglio di amministrazione di Viale Mazzini sono state anzitutto le nomine dei direttori dei telegiornali.

L’addio di Bianca Berlinguer al Tg3 (con l’arrivo di Luca Mazzà) è stato sicuramente il provvedimento più criticato. La Berlinguer – che condurrà uno spazio pomeridiano sempre su Rai3 – non ha mancato di far notare “pressioni sgraziate e attacchi sguaiati da settori importanti delle classi politiche” nel suo congedo dal Tg3.

Al Tg1 resta Mario Orfeo, mentre al Tg2 arriva Ida Colucci, in sostituzione di Marcello Masi, che diventa vice direttore per l’offerta informativa. Al Giornale Radio Andrea Montanari e a RAI Parlamento Nicoletta Manzione.

La reazione più polemica è arrivata da due senatori del PD, Miguel Gotor e Federico Fornaro, che hanno rassegnato le dimissioni dalla Commissione di Vigilanza, sostenendo che il C.d.A. abbia varato nomine che penalizzano “competenze e professionalità interne, come ad esempio nel caso di una giornalista autorevole quale Bianca Berlinguer“, e attaccando apertamente un PD sempre più intransigente con le “minoranze”.

Voci di critica che si aggiungono a quelle che si erano già levate con la cancellazione del programma Virus di Nicola Porro, vice-direttore vicario de «Il Giornale». Si è parlato di una RAI monocolore e incapace di dare spazio anche alle voci più critiche e polemiche nei confronti di certe linee politiche governative.

Passando al piano del divertissement, la direzione della RAI ha sottolineato l’estensione del restyling in corso per l’anno 2016/2017, puntando su volti e programmi nuovi. Da sottolineare una serata fissa dedicata ai film, il mercoledì, nella speranza che la programmazione permetta di vedere pellicole recenti e variare sui gusti, non facendo scelte dettate dal solo indice di ascolto.

Sul fronte radio non è stato giudicato positivamente l’esordio di Carlo Conti come direttore artistico di Radio RAI. Il noto conduttore – sulla base dell’imperativo “più musica meno parole” – avrebbe voluto mettere mano a programmi storici e molto apprezzati dal pubblico, come 610 – Sei Uno Zero, dell’esilerante coppia Lillo&Greg, o Mu di Matteo Bordone, e ancora Caterpillar, presenza di Radio RAI da più di vent’anni.

Sarebbero state le polemiche diffuse sui social a indurre Conti a un dietrofront piuttosto clamoroso, cercando di trovare un compromesso tra le sue idee e quelle degli ascoltatori, a dimostrazione che la radio non è affatto morta, e nutre un folto gruppo di “sostenitori”.

In ogni caso, cari telespettatori, buona visione… Nella speranza che i soldi del canone valgano una RAI di qualità!


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