Veloce come il vento

Matteo Rovere non è nuovo ai commenti positivi della critica e premi per le sue opere, ma con il film Veloce come il vento è riuscito a conquistare tutti, anche l’attenzione all’estero.

La storia è liberamente ispirata alla vita di Carlo Capone, ex campione di rally ritiratosi per difficoltà e drammi personali.

Protagonista è una famiglia moderna, padre divorziato con due figli minorenni a carico, un figlio tossicodipendente che non si fa vivo da anni e una moglie che si è rifatta una vita in Canada, dimenticandosi di tutti loro. L’unico collante sono le corse automobilistiche. Matilde De Angelis interpreta Giulia De Martino, una ragazza diciassettenne tutta pepe che, insieme al padre e a un vecchio e scettico meccanico, porta avanti la passione di famiglia e gareggia nel campionato GT. Il fratello tossicodipendente è l’irriconoscibile Stefano Accorsi che si cala abilmente nella parte fino a renderla sua.

La famiglia, nonostante alcuni intoppi, sembra comunque aver trovato il proprio equilibrio in quella sua strana forma, per lo meno fino al decesso del padre dei ragazzi che li lascerà improvvisamente e senza il minimo appoggio. La madre è irraggiungibile e sulle spalle di Giulia ricadono i debiti del padre e il fratello minore, Nico. Saputo del tragico evento, Loris si palesa al funerale del padre, non senza creare problemi com’è solito fare e fiutato il presunto affare si trasferisce nella casa di famiglia dove ormai sono rimasti solo Nico e Giulia, che essendo appunto minorenni e non avendo altri parenti all’infuori di lui, devono accettarlo e convivere con lui e la sua compagna, anch’essa tossicodipendente.

La bravura di Stefano Accorsi è nell’esasperare la figura di tossicodipendente frustrato quale è il suo personaggio. Ex campione di corse d’auto si ritrova senza niente, con la sua dipendenza e i ricordi dei bei tempi di gloria. La convivenza mano a mano si fa sempre più difficile per via del continuo uso di sostanze da parte dei due, ma la sintonia trovata tra i due fratelli Giulia e Loris che si scoprono entrambe appassionati di motori li legherà fino a credere che ci sarà un lieto fine con la vittoria della talentuosa ragazza e il recupero del fratello, ma non sarà così, perché Loris è recidivo e un susseguirsi di episodi porteranno i ragazzi a passare momenti difficili, più difficili di quelli fino a ora provati. Tuttavia la famiglia è pur sempre la famiglia, e anche per Loris arriverà il momento di riscattarsi e per Giulia e Nico di godersi la loro particolare infanzia.

È un film veloce, come le macchine che lo attraversano ed è come una curva ad alta velocità, da anticipare senza paure, ma lo spettatore si ritrova spaesato a ogni colpo di testa di Loris. Rovere ci regala un film nuovo, di quelli che in Italia non siamo abituati a vedere, per tematica e velocità, ma che tanto ci è piaciuto e ci ha reso orgogliosi dei nostro regista, pronto per esportare la pellicola con il nome di Italian Race.


Fonti

Wikipedia

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