Lo sfasciacarrozze e il netturbino: ci pensa Arman!

Arman, nome d’arte di Armand Pierre Fernandez, fu un artista franco-americano tra i capostipiti del movimento del Nouveau Realisme.

Il movimento del Nouveau Realisme 

All’alba del 1960 sia in Francia sia in USA alcuni gruppi di artisti stavano cominciando ad accorgersi che la realtà che li circondava presentava stimoli ben più interessanti di quelli dati dal richiamo pittorico della realtà stessa. Le prime avanguardie (dall’Impressionismo al Cubismo) avevano presentato al mondo l’idea che all’interno dell’artista e dell’uomo potesse trovarsi una realtà interpretativa in grado di modificare, in meglio o in peggio, l’immagine del mondo.

Dopo i terribili sconvolgimenti mondiali della prima metà del secolo scorso, le persone avevano nettamente cambiato prospettiva sulla vita. Le nuove tendenze liberalizzanti dilagavano e gli artisti si trovavano a dover interpretare sempre nuovi scenari. Il concetto che gli oggetti quotidiani costituiscono il fondamento della realtà che osserviamo è figlio del pensiero di Duchamp, che per primo introdusse l’idea di readymade.

I nuovi realisti partono dal punto di arrivo del pensiero duchampiano per evolvere verso nuovi orizzonti, in cui il tema fondamentale è sempre l’esplorazione di nuovi metodi di percezione del reale.

Arman

Arman è forse l’artista in cui l’analisi critica dell’oggettistica umana assume i toni più freddi e crudi. Lavora con diverse tecniche che lui stesso cataloga come se si trattasse di metodologie operative canoniche. Si tratta di nuovi modi di operare, ma questa intenzione a sistematizzare il processo artistico lascia intendere la volontà di creare una nuova realtà, una nuova arte. Le chiama Accumulazioni, Poubelles (spazzature), Colères (collere). Siamo ben lontani da quell’idea di mondo artistico patinato dell’accademia classica. Fare arte non è più un mestiere delicato incentrato sulla tecnica, ma una sofferta esperienza di vita, cruda e violenta.

Accumulazione musicale (1971), intervento scultoreo in cemento e ferro, Parco Sempione, Milano

Le Accumulazioni

Nelle Accumulazioni Arman di fatto accumula una serie di oggetti di uso quotidiano, formando sculture, dando ad essi nuove dimensioni ed elevandoli così alla scala dell’opera d’arte.

Le Poubelles sono invece il massimo della provocazione nella produzione di questo artista. Consistono prevalentemente nell’accumulo di spazzatura, che può avvenire in diversi modi. I più contenuti sono vasche di plexiglas riempite di rumenta. Il caso più eclatante fu quello della galleria Iris Clert di Parigi, che nel 1960 fu riempita di spazzatura, chiamando l’opera Le Plein, ovvero il Pieno.

La spazzatura elevata ad opera d’arte comporta un cortocircuito artistico enorme. È un messaggio di critica fortissimo, un ribaltamento dei canoni etici ed estetici ormai radicati nella società. Inutile commentare le critiche e l’indignazione che sollevò con quest’opera.

Le Colères tendono poi a ricostruire delle realtà alternative attraverso la distruzione della realtà. Di fatto sono delle tavole su cui l’artista riassembla in modo casuale degli oggetti fracassati. Il titolo è chiarificatore: sono degli scatti d’ira, la distruzione è presentata in un fermo immagine dello sgretolarsi della realtà rappresentata dagli oggetti.

L’assenza totale di un’interpretazione estetica è l’aspetto fondamentale: non c’è composizione, la realtà è lì, nuda e cruda. È uno stacco netto con la cultura precedente, ed è quello che contraddistingue i nuovi realisti.

FONTI

SetteMuse

CREDITS

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