“Downloaded”: Napster e la rivoluzione dell’industria musicale

Quanti comprano ancora cd musicali? Certo usiamo ancora i compact disc, ma certamente non siamo più abituati a comprare i nuovi album su questo formato, ci limitiamo a scaricarli. Downloaded è un documentario diretto da Alex Winter che analizza la “generazione downloading” e l’impatto che il file sharing ha avuto su Internet. L’evoluzione dei digital media sharing in Internet viene affrontata tramite numerose ed esclusive interviste con sviluppatori di software e musicisti, incentrando la conversazione sui controversi software di filesharing, in particolare Napster.

Il documentario segue Napster dalla sua nascita, nel 1998, attraverso lo sciame di azioni legali che ne seguì, fino alla sua acquisizione da parte di Rhapsody, nel 2011.

 

Il fenomeno Napster

Co-fondato da Shawn Fanning, John Fanning e Sean Parker e disponibile dall’estate del 1999, Napster fu il primo sistema di peer-to-peer di massa. Nonostante già esistessero dei mezzi relativamente popolari che facilitavano la condivisione dei file, come per esempio IRC, Hotline e Usenet.

Nel luglio del 2001 un giudice ordinò ai server Napster di chiudere l’attività a causa della ripetuta violazione di copyright. Tramite un accordo, Napster avrebbe dovuto pagare un indennizzo di 26 milioni di dollari come risarcimento per i danni del passato, ossia per l’utilizzo non autorizzato di brani musicali, e 10 milioni di dollari per royalties future. Per poter pagare queste parcelle, Napster tentò di convertire il servizio da gratuito a pagamento. A questo proposito fu testato un prototipo nella primavera del 2002, senza mai renderlo pubblicamente disponibile.

Il 17 maggio 2002 Bertelsmann AG acquistò Napster per 8 milioni di dollari, ma un giudice fallimentare bloccò la vendita, imponendo a Napster di liquidare i suoi asset. Si licenziò la maggior parte dei dipendenti di Napster e il sito web chiuse affiggendo la scritta: “Napster era qui“.

Dopo la chiusura di Napster vennero rilasciati diversi programmi peer-to-peer di condivisione file, tra cui Morpheus e Kazaa. Il server centrale utilizzato da Napster divenne un obiettivo perseguibile legalmente, in quanto su di esso operava un’attività illegale, rendendo Napster colpevole di negligenza per non aver effettuato i relativi controlli per evitarla. Altri sistemi ibridi come Kazaa e Audiogalaxy sono stati colpiti dall’industria discografica, invece sistemi peer-to-peer puri come Morpheus e Limewire hanno dimostrato la difficoltà da parte delle major di chiuderli, a causa della loro distribuzione su server decentralizzati.

Storia di un equivoco

La controversia della questione si vede soprattutto dallo sconcerto dei sostenitori di Napster, quando questo finì sotto processo. Per loro sembrava che il file sharing fosse la caratteristica principe di Internet e consideravano Napster essenzialmente un motore di ricerca. Molti notarono che qualsiasi tentativo di chiudere Napster avrebbe spinto gli utenti ad utilizzare altri mezzi per lo scambio di file su internet. Analogamente, i media descrivevano il servizio come se fosse un sito web invece che un programma e questo faceva credere che Napster fosse esso stesso un distributore di file musicali protetti da copyright, piuttosto che un programma che facilitava la condivisione degli stessi.

Napster e il file sharing hanno decisamente cambiato sia la fruizione della musica sia il lato commerciale e pubblicitario che accompagna questo business. Ma il file sharing ha cambiato anche il modo di fare cinema e televisione. Basti pensare a tutte le web series che sono nate negli ultimi anni. Siamo nell’era di Internet e del digitale, in cui tutto evolve molto più velocemente di quanto non accadesse nell’era dell’analogico.

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