Highway of Fashion

Diciamolo, a 10 anni vedevi le scarpette di cuoio con i fori sulla punta pronte da essere indossate e non speravi altro che avere un paio di tennis con il velcro come il tuo vicino di banco. Ora, guardi ai piedi del tuo vicino sul tram e osservi la delicatezza del giallo fluo che si stende sul nylon intrecciandosi nel blu elettrico delle raffinate stringhe in poliestere; il tutto poggiato su uno spesso strato di gomma bianca che per osservarla ti stai maledicendo di aver lasciato i Persol tartaruga a casa.

Punti di vista.

Correte su macchine diverse ma l’autostrada è la stessa: la moda.

Fin troppe le classificazioni (spesso basiche e generalizzanti) con cui viene raggruppato, identificato, schematizzato lo stile. Classificazioni così numerose da rendere orgoglioso Linneo (probabilmente un radical chic da Navigli).

La moda ci fa riunire in gruppi, microcosmi con designer dedicati, stili tessuti e “must” in fatto di design e accessori.

Bangles dorati di Hermès e Louboutin Pigalle per i classici da weekend a Montecarlo e appartamento Uptown (possibilmente coronato da lampada Arclinea bianca e cromata).

Pandora nera Givenchy e anello Dior Tete-de-mort, accessori irrinunciabili per il concerto degli Aerosmith in tribuna Vip e after nel loft industriale in stile post-apocalittico (ovviamente in zona semi periferica della città da riqualificare).

Tatuaggio sottocutaneo, piattello di osso (avorio se sei top) al labbro e pelle di antilope. Piedini mignon e visi bianchi come la neve.

La moda è status, un magico mix di creatività guidata da geni del marketing in grado di farti desiderare pure il macinapepe nei colori tendenza dell’anno.

L’esempio? Fendi Peekaboo. Una borsa rettangolare, una forma basica (banale?) declinata in decine di varianti che si accorderanno, esalteranno e saranno le fondamenta del vostro stile.

Persino il mercato dei tarocchi non ha lesinato nelle proposte che si posso ammirare all’avambraccio di sedicenti sedicenni che passano il sabato pomeriggio a fare le vasche in Vittorio Emanuele. Cool.

Non sei alla moda? Impossibile.

Essere controtendenza? Mi spiace, sei perfettamente trendy.

Pensi di non essere alla moda ma è di moda non essere fashion. Qualsiasi sia la tua strada personale, il pedaggio al mondo Moda l’hai comunque pagato. Controtendenza? È di tendenza esserlo.

Come ogni autostrada, ci sono le corsie di emergenza e tu che non segui la moda sei talmente tanto preso dall’evitarla che diventa il tuo nemico numero uno ogni mattina mentre indossi calzini misto elastan e maxi maglia talmente pregna di poliestere da rischiare l’autocombustione ad ogni fiamma libera nei paraggi.

Bene, giovane Skywalker, non stai facendo altro che pensare al tuo Darth Vader, disprezzando quell’elmo così lucido e seducente che, in fondo in fondo, devi ammettere di aver voluto toccare almeno una volta.

O almeno capire quale sia la consistenza di una pelliccia di orango, la mitica, l’esclusiva, l’inarrivabile. Il capo che sarà in grado di farti sembrare cugino Itt nei toni pastello della stagione e cambiarti la vita avvolto nel calore di metri e metri di soffice pelo di dubbia origine.

La moda non è necessaria, ma non se ne può fare a meno.

Che fortuna, in una società naturista sarei disoccupata!

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