Suffragette, di Sarah Gavon

Sarah Gavon dirige Suffragette, film ambientato nella Londra del 1912 in preda alle proteste del movimento suffragista femminile, per l’ottenimento del diritto di voto. Protagoniste: Carey Mulligan, Helena Bonham-Carter e Meryl Streep nei panni di Emmeline Pankhurst, l’attivista alla guida del movimento.

La trama del film

La storia è incentrata sul personaggio di Maud Watts (Carey Mulligan), una giovane lavandaia, sposata e madre di un figlio; come sua madre e come molte altre donne prima di lei, passa i suoi giorni a lavorare duramente, sopportando in silenzio persino le molestie del suo datore di lavoro. Un giorno, mentre effettua una consegna per conto della lavanderia, si ritrova nel bel mezzo di una rivolta messa in atto da donne, tra le quali una sua collega, Violet Miller (Anne-Marie Duff). Si battono affinchè il governo promulghi una legge che permetta loro di votare e Violet coinvolge Maud in una riunione. Da questo momento, Maud si lascia convincere a partecipare alle iniziative del movimento, fino a diventare a tutti gli effetti lei stessa una suffragetta.

Valutazioni complessive

MyMovies.it valuta il film con un punteggio di 3 punti su 5, Comingsoon.it 3,9 su 5 e IMDb 6,9 su 10.

Senza dubbio, si tratta di un film tecnicamente ben fatto: primi piani usati a dovere, macchina da presa che segue le figure nelle scene di confusione e contribuisce a dar bene un effetto di scompiglio, filtro adatto all’ambiente grigiastro dei sobborghi londinesi.

Ben caratterizzato è il personaggio di Helena Bonham-Carter: una dottoressa che, oltre alla missione di provvedere alla salute delle persone, ha abbracciato anche la causa dei diritti femminili. Il personaggio-guida di Emmeline Pankhurst si vede poco, ma a Meryl Streep bastano poche scene per conferire un tocco impeccabile alla pellicola.

I punti di forza del film

Punti di forza del film: buona l’idea di trattare un tema sociale, storico e politico attraverso le vicende personali di un personaggio qualunque, il cui nome non è riportato dalla storia. Qualunque donna può riconoscersi in lei, immedesimandosi.

Mostrare il resto del contesto popolare dell’epoca, invece che focalizzarsi solo sulle lotte ideologiche della classe borghese e dei politici, aiuta a comprendere meglio cosa effettivamente sarebbe significato un cambiamento del genere proprio per quelle persone e come avrebbero potuto guardare diversamente alla propria quotidianità. Il marito di Maud (Ben Wishaw) a un certo punto le chiede cosa farebbe se ottenesse di poter votare: tenda di scoraggiarla ricordandole che nel concreto della sua quotidianità non cambierà nulla. Tuttavia, lei risponde candidamente che farebbe esattamente ciò che ci fa lui e il resto degli uomini: lo userebbe.

Emmeline Pankhurst

I punti deboli

Punti deboli: la caratterizzazione del personaggio, la resa della sua personalità.

Pare che Maud Watts sia stata ispirata dalla suffragetta Hannah Webster Mitchell, realmente esistita. Anche lei lavorò come domestica, sottoposta a una vita misera, frustrante e priva di qualsiasi prospettiva soddisfacente, finché nel 1904 si unì al gruppo di Emmeline Pankhurst, “Women’s Social And Political Union“, da cui si dissociò nel 1907 pur continuando a sostenere la lotta femminista.

Queste informazioni offrono il ritratto di una donna convinta delle proprie idee, determinata, tenace. Come Maud Watts, ma solo dopo mezz’ora di film (il film dura 1h e 45 minuti circa). Il film si apre su una lavandaia mite, taciturna, rassegnata a dover vivere miseramente per il resto dei suoi giorni. Non sembra interessata al movimento femminista, ne viene a conoscenza per caso e la cosa sembra non toccarla. La sua collega la invita a una riunione e lei, piuttosto che andarci, ci si lascia portare passivamente. E qui accade l’improbabile: sostituisce la sua collega nel fornire la propria testimonianza a favore dell’eventuale decisione del governo di concedere il voto alle donne, cosa che pare accenderle qualcosa dentro. Da quel momento, si comporta come una suffragetta: prima in silenzio, negando la definizione stessa di suffragetta, poi attivamente.

Non che sia strano il percorso evolutivo di Maud in sè: allo spettatore appare anzi perfettamente comprensibile. È la velocità con cui avviene questo cambiamento che è un po’ disorientante: non sarebbe stato meglio inserire più scene che mostrassero l’intera personalità di Maud? Quanto evidentemente fosse sempre stata desiderosa di farsi valere? O farla incappare in ulteriori eventi che motivassero un cambiamento così radicale? Non si sta chiedendo certo che il film durasse due ore in più, ma forse si poteva essere un po’ meno precipitosi.

Nonostante queste osservazioni, “Suffragette è un film da vedere: è giusto ricordarsi cosa ha portato all’ottenimento di determinati diritti e chi ha reso ciò possibile. E’ interessante osservare i cambiamenti della società umana nel corso del tempo, per ricordarci che non c’è niente che non si possa cambiare o realizzare, che gli ideali possono sempre tradursi in fatti e che chi prima era guardato con sconcerto, oggi è colui/colei che viene ringraziato/a per averci dato più possibilità di scegliere come vivere la nostra vita.

È giusto poter guardare al passato per capire meglio chi siamo ora e perché possiamo essere tali. È giusto sapere che nulla è scontato, né prima né ora.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.