Le menzogne sono peccato anche se salvano vite?

-“Giura di dire la verità, solo la verità, nient’altro che la verità. Dica lo giuro.”

-“Lo giuro” affermano con più o meno forte convinzione i testimoni-comparse di molti film e telefilm americani. La mano destra posata su una copia della Bibbia.

Mentire in tribunale è grave, può far incastrare innocenti. Come si può garantire la veridicità di parole che hanno il potere di determinare la sorte di un accusato? Se la coscienza di chi è alla sbarra non basta a dissuaderlo dal dire menzogne, quale mezzo più potente di una divinità onnisciente e capace di punizioni severe per far uscire la verità? A meno che in questa divinità non si creda, o si creda in un’altra. Perciò molti stati hanno fatto a meno del libro sacro a salvaguardia dalle bugie. Tale libro è piuttosto esplicito in materia di menzogna “Non dire falsa testimonianza” è conosciuto come uno dei comandamenti, presi come punto di riferimento da ebrei, cristiani e musulmani.

Tuttavia, quanto questa “falsa testimonianza” includa tutti i casi in cui si mente, quali che siano la causa e l’intento, non è espresso con chiarezza.

Il filosofo e teologo Agostino, riconosciuto come santo dalla Chiesa cattolica, si pose questo problema a cavallo fra IV e V secolo e ne fece l’oggetto di una delle sue morali pastorali. Mentire è considerato peccato, ma come definire una vera menzogna? Come distinguerla dalle affermazioni non veritiere a volte dette a fin di bene? Fra gli esempi biblici egli ricorda il particolare delle ostetriche egiziane che negarono la nascita di alcuni bambini ebrei in occasione dell’ordine, da parte del faraone, di uccidere i neonati al tempo della venuta al mondo di Mosè. Esempio ancora oggi aderente a diverse situazioni in cui una negazione di verità ha potuto salvare delle vite umane.

Anche nelle religioni orientali dire il vero sembra dover essere necessario quasi in ogni situazione. Il precetto della Satya (verità) è talmente importante da aver dato origine al motto nazionale dell’India: “Satyameva Jayate” (La verità da sola trionfa.) Tuttavia il non mentire induista e buddista sembra essere una richiesta rivolta più all’interiorità delle persone, una richiesta ad essere sinceri soprattutto con se stessi prima ancora che con gli altri, accolta e sviluppata da molte discipline di Yoga e meditazione.

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