La distopia in Hunger games

 Innanzitutto, cosa sono gli Hunger Games? Gli Hunger Games sono un gioco al massacro dove una ragazza e un ragazzo per settore vengono estratti casualmente e condotti in un Colosseo virtuale dove vengono lasciati a uccidersi l’un l’altro finchè non ne rimanga uno solo.
Perchè e quando sono stati istituiti? La nazione di Panem è divisa in dodici distretti. Il primo distretto, Capitol City è sede del governo. Dopo una rivolta che minava il potere centrale della capitale sono stati istituiti questi giochi. Lo scopo della loro istituzione è quello di incitare l’odio fra distretti così da polarizzare le loro forze evitando associazioni di idee e quindi rivolte future.
Perchè il valore mediatico di Hunger Games? L’evento viene trattato come il più grande divertimento della stagione. Tutti in fondo hanno pena dei ragazzi ma tutti quando si accendono i riflettori e le telecamere fingono e istruiscono il popolo alla finzione e alla menzogna. I protagonisti dei giochi sono trattati come star, vengono intervistati e a seconda di quanto il pubblico si affezioni al personaggio, quest’ultimo potrà essere beneficiato durante i giochi di viveri o rifornimenti. Bisogna amare gli Hunger Games. Le dinamiche emotive all’interno dei giochi vengono esasperate rendendo la morte un’aspetto secondario, inevitabile al gioco ma proprio per questo da non prendere troppo sul serio. L’impatto mediatico degli Hunger Games è gigantesco. La popolazione si ritrova a tifare per il proprio campione e a odiare i campioni degli altri distretti obliando la follia che sta sotto a tutto questo. Riescono a fare di un massacro una sorta di Grande Fratello alienando il pubblico dalla verità e ostacolando irreversibilmente i rapporti fra distretti.
Non ho letto Hunger Games nè ho visto interamente la saga al cinema. Ho avuto un’impressione negativa quando mi sono reso conto di non aver sofferto la visione dei film. Non che non mi abbia dato spunti di ragionamento ma emotivamente non mi ha destato, non mi ha colpito. Quando ho letto 1984 o quando ho visto Arancia Meccanica le suggestioni riportate mi hanno scosso emotivamente. Le distopie sono urla ammonitrici dal passato che graffiano gli orecchi e li fanno sanguinare. Per quanto interessanti siano i temi portati da Hunger Games quali la dittatura fondata su un potere principalmente mediatico, la divisione coatta fra settori e l’incitamento all’odio tra settori da parte del regime con l’istituzione degli Hunger Games, il modo in cui sono trattati, almeno cinematograficamente, è assolutamente poco graffiante. Passività. Nessun rintocco che faccia svegliare le coscienze. Eppure i temi ci sono tutti. 
Perchè allora, che succede? Mi sembra ci sia un dato molto divertente: si insiste molto nel film sul carattere mediatico della cosa. Gli eventi vengono strumentalizzati fino a fare di una carneficina, di un sacrificio al Minotauro, un evento d’intrattenimento di massa. E tutti tifano, godono o piangono ma tutto all’interno di un gioco, di una finzione che finzione però non è. La cosa divertente è appunto che poi è nella trama stessa , rifilata a noi spettatori,che ritrovo questo dato. La verità, le suggestioni che ci sono rivelate passano in secondo piano rispetto alle insulse dinamiche amorose tra Peeta e Katniss. Non lo so, mi da la sensazione che mi stiano fregando. Non che non si possa parlare di amore.
In 1984 la storia d’amore è in realtà il fulcro, non è accessoria, e infatti è struggente. In Hunger Games ho annusato la tendenza a distrarre noi, il pubblico, con stupide dinamiche amorose e pallosissimi effetti speciali che sostengono le inutili scena di guerriglia. Si potrebbero fare dei paragoni tra il mondo di Panem e il nostro, si potrebbe discutere sulle somiglianze e le disugualianze eppure a tutto questo non si dà spazio. Che forse questo tipo di cinema ci renda passivi e avulsi da riflessioni su temi sui quali invece varrebbe la pena di riflettere? Forse è proprio nella formula con cui questo prodotto ci è presentato, nella sua etichetta, quella di INTRATTENIMENTO, che sta la fregatura? Ci vengono passati temi molto interessanti ma sotto forma di intrattenimento spicciolo. Inoltre non sarà forse che tifando e vincendo con Katniss noi facciamo catarsi di un qualcosa per cui dovremmo batterci nella realtà?
Insomma,mentre i grandi romanzi distopici e alcuni grandi film mi hanno destinato un ruolo attivo da protagonista nel processo congitivo e nella riflessione, Hunger Games mi ha incollato passivamente un paio d’ore a una poltrona lasciandomi molti pensieri, ma sulla sua inadeguatezza e superficialità e se si vuole su una presunta malizia, piuttosto che sui temi su cui si basa la trama. Una denuncia all’intrattenimento come oppio dei popoli sottoforma d’intrattenimento che stordisce gli spettatori.
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