Kitchen: l’inizio del fenomeno Banana Yoshimoto

Kitchen

Kitchen è un’opera di Banana Yoshimoto. Il suo è uno pseudonimo, apparentemente provocatorio, ma se le viene chiesto il perché della sua scelta, il suo responso è di aver deciso di chiamarsi così per la bellezza dei fiori rossi del bijinsho, anche detto red banana flower – una tipica risposta giapponese.

Kitchen è un racconto che tratta di Mikage, una ragazza orfana di tutti i suoi famigliari, ormai sola al mondo. Nel momento in cui sfiora il fondo del baratro, viene come salvata dalla mano amica di Yuichi, un ragazzo gentile e tranquillo della sua età, ma diverso da tutti gli altri. Inizia a vivere con lui e sua madre, Eriko, la quale le rivela un segreto: è stata un uomo in passato, il padre di Yuichi, la sua è un’identità costruita. Nonostante ciò, Mikage nota in lei una bellezza interiore che non aveva mai visto prima e decide di lasciarsi accogliere dal loro affetto.

È uno dei primi racconti a trattare dell’ambiguità sessuale, e prende ispirazione da un manga, La rosa di Versailles, da cui è tratta l’animazione Lady Oscar. È uno dei temi più riscontrati nel genere dello shoji manga, molto diffuso fra i ragazzi giapponesi, che ha influenzato autrici come la Yoshimoto. Il personaggio transessuale di Eriko è memorabile, realistico, autentico a modo suo, ma è il simbolo anche del tema del crollo dei miti della virilità e della debolezza femminile. Infatti, personaggi di Yuichi e Mikage sono come ribaltati, caratterialmente, rispetto a ciò che ci si sarebbe aspettato da un uomo e una donna giapponesi.

Moonlight Shadow

Moonlight Shadow, il terzo racconto contenuto in Kitchen dopo Plenilunio, costituì la tesi di laurea dell’autrice presso la Facoltà di Studi umanistici dell’Università del Giappone. Le venne anche conferito un premio per scrittori esordienti, ed è la prima di una lunga serie di pubblicazioni.

Si può dire un racconto immerso in un’atmosfera drammatica, malinconica e toccante. Ma appartiene ad un genere fantastico, poiché si ispira alla romantica leggenda cinese Tanabata. La mette in scena, dando un’ultima occasione agli amanti separati da una forza maggiore di incontrarsi e dirsi addio. Con le sue parole caute, ma cariche di significati profondi, l’autrice vuole dar forza ai lettori a cui è accaduto di perdere una persona molto cara.

La Yoshimoto ha uno stile rilassato e dolce, che raggiunge il suo obiettivo di toccare anche le corde più tese del nostro cuore. Ci racconta ciò che pensa in modo essenziale e pacato. È la portavoce di una generazione di autori fioriti negli ultimi decenni, tutti diversi tra loro ma accomunati da una serie di temi come l’amore, la solitudine e la morte, da uno stile influenzato dalla cinematografia ormai intrinseca alla vita quotidiana, dalla musica pop e rock. Ottenne sempre più successo e divenne un vero fenomeno editoriale.

FONTI

postfazione del libro Kitchen

CREDITS

Copertina

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