The Legend of Tarzan: una saga che dura da 104 anni

Compie ben 104 anni il bambino selvaggio allevato dalle scimmie, e partorito dalla mente dello scrittore americano Edgar Rice Burroughs nel 1912. 104 anni passati in fretta per Tarzan delle Scimmie, con una fortunatissima serie letteraria, poi divenuta cinematografica e fumettistica.

La storia, la conosciamo un po’ tutti, ha inizio nel 1888 quando due nobili coniugi inglesi, John Clayton Greystoke, un gentiluomo dell’Ufficio per gli Affari Coloniali, e la giovane moglie incinta Alice, si ritrovano soli e sperduti sulle coste dell’Angola per l’ammutinamento dell’equipaggio che guidava la loro nave, il Fuwalda. La giungla, però, non è un ambiente gentile con nessuno, quanto meno un lord inglese. Alice è la prima a soccombere, solamente un anno dopo la nascita del bambino, poi la segue anche Lord Greystoke, sbranato dai gorilla della foresta, guidati dal capobranco Kerchak. Il bambino, però, viene salvato da Kala, che ha da poco perso il suo vero figlio a causa di un attacco d’ira dello stesso Kerchak.

Il piccolo viene chiamato Tarzan, cioè “Pelle Bianca”, in un’ipotetica e fantasiosa lingua scimmiesca, e cresce tra le scimmie, imparando il loro linguaggio. Kala, che lui considera la sua vera madre, diventa la sua guida per sopravvivere alla dura legge della giungla. Anche se ben presto l’intelletto, superiore a quello dei primati, gli permette di imparare a leggere e scrivere, ma anche a difendersi con arco e frecce.

Insomma, la storia, poi si sa, arriva Jane naufraga americana, insieme al padre, a un collega, alla serva Esmeralda e a un ragazzo inglese di nome William Clayton. Tarzan si innamora della bella, che verrà puntualmente rapita, per poi essere salvata, il prototipo della damigella in pericolo.

Questo, però, è solamente il racconto originale, di libri ne sono stati scritti tanti, ma anche con i film non si scherza. D’altronde si sa, il cinema ha fatto degli adattamenti il suo pane quotidiano, e ancor di più se si tratta di personaggi di successo, proprio come Tarzan o il non dissimile Conan di Robert Ervin Howard.

Secondo la rivista Ciak erano 45 (al marzo 1992) i film “autorizzati” realizzati sull’Uomo Scimmia (con l’esclusione di quelli in chiave comico-parodistica, come nel caso di Totò Tarzan). Dodici di questi film hanno come protagonista Johnny Weissmuller e prima di lui il personaggio era stato protagonista di otto film muti tra il 1918 e il 1929. Inoltre Tarzan è protagonista di alcuni telefilm con oltre 60 episodi in varie stagioni dagli anni sessanta al 2003.

Nonostante la produzione più massiccia vada dagli anni ’30 ai ’60, quelli impressi nella nostra memoria sono più recenti: Tarzan, l’uomo scimmia (Tarzan, the Ape Man, 1981), regia di John Derek, con Miles O’Keeffe; Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore dela a storia lle scimmie (Greystoke: the Legend of Tarzan, Lord of the Apes, 1984), regia di Hugh Hudson, con Christopher Lambert; e Tarzan – Il mistero della città perduta (Tarzan and the Lost City, 1998), regia di Carl Schenkel, con Casper Van Dien. Senza contare il cartone Disney Tarzan, uscito nel 1999 con la regia di Chris Buck e Kevin Lima, e la fantastica colonna sonora di Phil Collins.

Oggi, l’ultimo arrivato della serie è The Legend of Tarzan, film in uscita il 14 luglio 2016 e diretto da David Yates, il regista che dal 2007, ovvero da Harry Potter e l’Ordine della Fenice, ha diretto tutti i film della saga. Il famoso Uomo Scimmia è interpretato Alexander Skarsgård. Fanno parte del cast anche Samuel L. Jackson, Margot Robbie, Djimon Hounsou e Christoph Waltz.

Non aspettatevi però la storia originale, di quella ci sono solo flashback qua e là, posizionati in modo più o meno strategico per spiegare gli eventi correnti. Il film, infatti, si apre molti anni dopo il rientro di Tarzan, ora noto con il nome di John Clayton III, Lord Greystoke, a Londra, dove vive con sua moglie Jane. Anche se, dopo non molto, i due tornano dove tutto aveva avuto inizio, lungo il fiume Congo.
All’epoca, il Congo era una colonia di Re Leopoldo II del Belgio, che aveva voluto il territorio per sfruttare le grandi risorse minerarie. Leopoldo, infatti, credeva fermamente che le colonie d’oltremare fossero la chiave per la grandezza di un paese e lavorò instancabilmente per acquisire un territorio coloniale per il suo paese, peccato che né il popolo belga né il governo belga, erano interessati a ciò.Così, Leopoldo iniziò a cercare un modo per acquisire una colonia da una posizione di privato cittadino. Nel 1879, dunque, riusci dopo vari tentativi falliti in varie parti dell’Africa e dell’Asia di stabilire una colonia in Congo. Solo il 5 febbraio 1885, però, il territorio divenne lo Stato Libero del Congo (più tardi Congo Belga, poi Zaire, ed oggi Repubblica Democratica del Congo), che Leopoldo fu libero di controllare come un dominio personale.

Da qui in poi la storia si fa sempre più oscura e cruenta. Resoconti di sfruttamento selvaggio e diffuse violazioni dei diritti umani della popolazione nativa, specialmente nell’industria della gomma naturale (Caucciù o Ficus elastica), portarono alla nascita di un movimento internazionale di protesta già nei primi anni del Novecento. A peggiorare la situazione c’erano le frequenti epidemie di vaiolo e malattia del sonno che devastarono la popolazione. Stime sulle perdite umane oscillano fra i 3 e i 10 milioni di morti e molti storici considerano le atrocità commesse tali da costituire un genocidio. Alla fine, nel 1908, il parlamento belga costrinse il re a cedere lo Stato Libero del Congo al governo del Belgio, a partire dal 15 novembre di quell’anno. Gli storici del periodo tendono a dare un’immagine molto oscura di Leopoldo, proprio a causa delle sue azioni in Congo: uno storico britannico disse che egli “fu un Attila in vesti moderne, e che sarebbe stato meglio per il mondo che non fosse mai nato” (dalla relazione di Roger Casement, console britannico in Congo).

Questo, quindi, è il mondo reale che fa da sottofondo alla storia di Tarzan, e che compare seppur in piccola parte, grazie ai discorsi dei personaggi, e ancora meno in esplicite scene. Peccato. Torna, invece prepotente, il tema della damigella in pericolo, visto che tutta la trama si svolge sul salvataggio di Jane, rapita dal malvagio capitano belga Leon Rom. Rom, è il rappresentante diretto di Re Leopoldo II in Congo e incaricato dallo stesso, di risollevare la situazione disastrosa, che vede il sovrano, completamente indebitato. Rom, è disposto a tutto per risolvere la situazione, ma non per questo rimane impassibile alla tenacia ed all’intelligenza di Jane.

Insomma, si prospetta un film d’azione di tutto rispetto. Piccolo indizio: il rapporto di Tarzan con la madre, Kala, seppur venga analizzato in modo sottile per la maggior parte del film, è davvero la chiave su cui ruota tutta la storia. Un amore, decisamente non convenzionale, forse un po’ strano, ma reale e potente, come solo quello tra madre e figlio può essere.


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