PLOT OPERA BIOGRAFIE: MIRELLA FRENI, USIGNOLO MODENESE

Alcune volte le passioni che accompagnano la nostra esistenza emergono fin dai più teneri anni, divenendo la bussola che aiuta ad orientarci nel caos della vita.

Mirella Fregni, in arte Mirella Freni, nacque nel 1935 a Modena e fin da bambina fu chiaro che il suo destino era la musica. Infatti si esibì a soli dieci anni in un concorso canoro indetto dalla RAI, rivelandosi un piccolo prodigio mentre intonava una delle arie più complesse da rendere: “Un bel dì vedremo” dall’opera di Puccini “Madama Butterfly”.

Perfino il grande tenore Beniamino Gigli, udendola cantare, consigliò caldamente di dedicarsi allo studio perché vedeva in lei grandi potenzialità e così la giovane Mirella fu affiancata dal Maestro Bertazzoni e dal Maestro Magiera, quest’ultimo in particolare la affiancò per molti anni e fu una figura molto importante per lei.

Il suo debutto avvenne nel 1955 nel Teatro Comunale di Modena nel ruolo della dolce Micaela nella “Carmen” di Bizet, rivelando come la Freni potesse essere uno dei più promettenti soprani dell’epoca. Dopo però questo debutto decise di interrompere per circa tre anni la sua carriera per sposarsi con il Maestro Magiera e in seguito prendersi cura della famiglia che stavano costruendo assieme. Trascorso quel periodo si affermò al Concorso Internazionale Viotti, uno dei più prestigiosi concorsi canori, e in seguito interpretò la protagonista ne “La Bohéme” pucciniana presso il Teatro Regio di Torino, ruolo che sarà il suo cavallo di battaglia. Sarà consacrata come Mimì per antonomasia soprattutto dopo la collaborazione con  il direttore d’orchestra Herbert von Karajan, nel 1963 presso il Teatro alla Scala di Milano, divenendo una delle artiste preferite dal celebre Maestro.

Si esibì anche molto all’estero, in principio in repertori da soprano lirico come “Le nozze di Figaro” di Mozart o “L’elisir d’amore” di Donizetti presso il Convent Garden di Londra. Fu però al Metropolitan Opera di New York con un’altra Bohéme a farla amare dal pubblico americano per la delicatezza e la purezza delle sue esibizioni. La sua fama cominciò con forza ad espandersi nel mondo e fu richiesta da molti altri teatri.

Dagli anni ’70, con una maggiore maturità vocale, si cimentò in parti più corpose, in particolare i ruoli verdiani come Desdemona in “Otello”, Aida, Amelia in “Simon Boccanegra” e personaggi pucciniani drammatici come Tosca e Manon.

Nel 1981, dal punto di vista della vita privata, si sposò con il basso Nicolai Ghiaurov (dopo la separazione del primo marito) e condivise con lui molte recite e momenti felici, leggendo nelle foto d’epoca l’amore negli occhi non solo per il loro lavoro, ma anche l’uno per l’altra.

Grazie alla sua dedizione allo studio, attenta alle sue qualità vocali e ai mutamenti che essa subisce con il tempo, Mirella Freni ha potuto avere una lunga carriera ed esplorare molti personaggi, anche in lingua francese come quelli di Gounod. Per esempio negli anni ’90 cantò parti veriste in opere come “Adriana Lecouvreur” di Cilea e “ Fedora” di Giordano giungendo perfino a studiare il russo per esprimersi meglio nelle eroine musicate da Čajkovskji.

Essendo grandi il suo talento e la sua fama, poté collaborare con colleghi dai nomi importanti quali Gianni Raimondi, Plàcido Domingo, Alfredo Kraus, Montserrat Caballé, Grace Bumbry ed ovviamente il suo amico d’infanzia e “fratello di latte” (ndr furono allattati dalla medesima balia da bambini) Luciano Pavarotti, dando vita a recite memorabili.

Decise di ritirarsi nel 2005 con “La pulzella d’Orleans” di Čajkovskji a Washington, un anno dopo la morte dell’amato Nicolai che la addolorò profondamente. Lo stesso anno fu celebrata al Metropolitan Opera per il quarantesimo anniversario del suo debutto con una serata speciale di Gala.

Nel 2010, presso l’Arena di Verona, fu insignita anche del primo “Oscar della Lirica” sempre per commemorare la sua carriera e il suo incredibile talento. Nel 2015 anche il teatro scaligero volle renderle onore per i suoi 80 anni e questa fu la più recente apparizione pubblica.

Attenta anche all’educazione delle nuove voci liriche, Mirella Freni collaborò con l’Accademia di Belcanto di Modena CUBEC, (progetto co-fondato dalla cantante) dove in prima persona insegnava agli studenti l’amore per questo genere, la meticolosità dello studio e la dedizione totale per questa straordinaria forma d’arte. Nel 2015 dette le dimissioni per divergenze in ordine di programmazione artistica con il direttore ovviamente ringraziando per l’esperienza vissuta.

Icona della lirica, la Freni è e resterà una delle voci italiane più amate il cui esempio di disciplina e rispetto dovrebbe essere diffuso e non soltanto in ambito musicale ma anche in quello umano.


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