Sunspring: debutta il cortometraggio scritto da un computer

Le strade della tecnologia sono infinite e sembra che il cinema voglia percorrerle instancabilmente. Dopo grandi progetti per la realizzazione di spettacolari effetti speciali, per cui i registi si sono rivolti all’intelligenza artificiale, ora l’ultima frontiera dell’high-tech per cineasti è la scrittura di film direttamente da parte di computer.

Da pochi giorni è disponibile su YouTube il cortometraggio Sunspring, primo film di fantascienza di questo genere. Il progetto è stato realizzato da Ross Goodwin, ricercatore informatico della New York University, che in merito alla sua opera è stato definito “Writer of Writer”. Lo scrittore ufficiale è l’AI Jetson, un cervello artificiale programmato per elaborare script per il grande schermo, a partire da dialoghi appartenenti a film ben noti della tradizione fantascientifica. La direzione del cortometraggio, che ha una durata totale di 9 minuti, è stata affidata al regista Oscar Sharp, mentre il ruolo principale è stato interpretato dall’attore canadese Thomas Middleditch, famoso per la sua partecipazione alla serie televisiva statunitense Silicon Valley. Curioso il risultato di tale esperimento: una vastissima combinazione di elementi ha dato vita ad uno scambio di battue surreale e confuso. I tre personaggi presenti sembrano parlare tra loro senza attribuire un senso logico alle proprie parole: non esiste un nesso tra le frasi del dialogo.

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Il progetto è stato realizzato per lo Sci-Fi London Festival, durante il quale si è verificato un episodio di “scorrettezza informatica”: Jetson, ribattezzato da sé stesso Benjamin, ha falsato il risultato del sistema informatico del concorso per la supervisione dei voti, assicurandosi la vittoria.
Ovviamente tale esperimento rispecchia solamente uno stadio embrionale del cervello artificiale che potrebbe condurre alla realizzazione di scenografie per il cinema e televisione, ma a partire da copioni già scritti. Battuta più ripetuta in Sunspring? «I don’t know what you’re talking about», probabilmente ciò che pensa lo spettatore durante la visione del corto.

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