Festival dell’Oriente, non solo sushi e manga

Anche quest’anno Milano si preoccupa di ospitare uno degli eventi più attesi di questa stagione: Il Festival dell’Oriente. Il 2016, tra l’altro, è anche il centocinquantesimo anno dalla firma del trattato di pace tra Italia e Giappone, e dal 28 Maggio al 5 Giugno, presso il parco espositivo di Novegro, ci si potrà perdere tra stand, profumi, oggettistica ed esibizioni folcloristiche che provengono direttamente dall’altra parte del mondo. Per un’amante dell’esotico, non potrebbe esistere nulla di più interessante, e ciò riconferma ancora una volta quanto noi occidentali ultimamente siamo sempre più attratti da queste culture che mostrano un altro lato della medaglia, una visione della vita totalmente diversa dalla nostra.

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Fotografia scattata da Sara Lazzari

Di fianco alla statua colossale di un Buddha seduto in meditazione, un anziano monaco tibetano attorciglia dei semplici fili di cotone attorno ai polsi dei più curiosi, che si erano precedentemente messi in fila, e gli augura una buona fortuna benedicendoli. Tutti si alzano di buon umore, purificati, e il suo gesto è sicuramente apprezzato dato che, accanto a lui, la grande campana tibetana è colma di denaro nonostante il cartello ‘’Offerta Libera’’.

Un altro stand cattura l’attenzione del visitatore: ”di che colore è la tua aura”. Attraverso un sensore che rileva le onde emanate dalla propria mano sinistra, una strana macchina riesce ad individuare il colore dell’anima dell’individuo: rosso uguale istintivo, verde creativo, lilla riflessivo ecc. Il nostro corpo trasmetterebbe delle onde che vengono captate dallo strumento che rileva il punto del nostro corpo che ci è causa di male, sofferenza e negatività, e quindi responsabile di vibrazioni negative, per aiutarci a purificare quell’area.

Devo ammettere di essere abbastanza informata, proprio perché incuriosita dall’oriente in generale, ma prima di oggi non mi ero mai chiesta quale fosse la vera funzione delle campane tibetane. Si tratta di ciotole realizzate con la fusione di sette metalli e servono per contenere l’acqua. Attraverso un apposito strumento che va fatto scorrere lungo il bordo, l’acqua inizia letteralmente a vibrare e la campana ad emanare delle onde sonore gravi: il cosiddetto ‘’OM’’. Secondo la medicina cinese quest’acqua sarà in grado di ossigenare tutte le cellule del nostro corpo guarendoci e mantenendoci sani.

Tutte queste interessanti curiosità che riguardano direttamente noi, la nostra persona, mi hanno spinto a riflettere. Molti di noi vedono l’Oriente solo come manga, sushi e kanji da tatuarsi, ma saremmo davvero pronti ad un’apertura mentale tale da iniziare a considerare all’interno dei nostri libri di chimica e biologia, tra i reparti dei nostri ospedali e le nostre farmacie, rimedi che migliaia di anni fa i Cinesi hanno studiato prima di noi? Credo che pochi laureati in medicina sarebbero pronti ad affermare ed ammettere che una campana tibetana possa salvare da un cancro. Intanto però, l’amicizia che il nostro paese sta sviluppando sempre maggiormente con questi popoli lontani da noi, non può far altro che aprire i nostri orizzonti e le nostre menti.

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Fotografia scattata da Sara Lazzari

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