Se Shakespeare perde la testa

Al corpo di Shakespeare manca la testa. Una recente analisi ha infine confermato il sospetto che secoli fa la tomba del celeberrimo drammaturgo inglese fosse stata violata dai profanatori di tombe. La scoperta è avvenuta durante le riprese per un documentario dell’emittente britannica «Channel 4»; gli esperti impegnati sul campo hanno notato segni di un antico trafugamento nel sito dove il corpo di William Shakespeare fu seppellito quattrocento anni fa. Le rilevazioni successive, in cui sono stati impiegati dei radar, hanno poi individuato una forma rettangolare nella posizione dove dovrebbe invece trovarsi la testa, un chiaro indizio di trafugamento.

La notizia, che ha fatto il giro del mondo, suscita una certa ironia. Abbiamo in mente tutti l’immagine di Amleto che monologa con il teschio di Yorick, e la scoperta del furto della testa di Shakespeare ha un che di grottesco. Secondo Kevin Colls, l’archeologo dell’Università dello Staffordshire che ha coordinato le investigazioni, le recenti scoperte coincidono perfettamente con quanto denunciato sul giornale The Argosy in un articolo del 1879. Ai tempi, The Argosy diede la notizia – piuttosto controversa – del trafugamento del corpo del Bardo, che sarebbe avvenuta nel 1794.

La nostra ricerca continuerà” ha dichiarato Colls, “proveremo a cercare, e a fare tutto ciò che possiamo per localizzare il cranio. Sono due le possibili locazioni della reliquia: la Chiesa della Santa Trinità e San Leonardo a Beoley (entrambe nello Stratfordshire) e le abbiamo escluse. Adesso abbiamo bisogno di cercare di nuovo nei documenti per capire dove potrebbe essere il teschio. Il fatto è,” prosegue Coll, “che le nostre rilevazioni sono molto vicine alla descrizione del furto raccontata nel 1879 – in particolar modo, quando si riferisce a una tomba poco profonda. Se così fosse, la storia sarebbe completamente diversa”.

Secondo una delle tante leggende, che viene tenuta per buona anche dalle cronologie ufficiali, William Shakespeare morì di febbre dopo una notte di bagordi, nel giorno del suo cinquantaduesimo compleanno, il 23 aprile 1616. Il corpo del Bardo venne poi seppellito sotto il coro della Chiesa della Santa Trinità di Stratford-on-Avon, e sappiamo che non ci fu nessun trattamento di favore per il grande drammaturgo: la famiglia dovette sborsare ben 440 sterline per assicurare una degna sepoltura al defunto, che venne interrato a meno di un metro di profondità. Per decorare il sepolcro, insieme al busto di Shakespeare, la famiglia fece incidere un epitaffio in blank verse, che recita :”Caro amico, per l’amor di Gesù astieniti,/ dallo smuovere la polvere qui contenuta./ Benedetto colui che custodisce queste pietre,/ E maledetto colui che disturba le mie ossa.”

La poetica maledizione non è servita a tenere lontani i profanatori, anche se l’ipotesi del saccheggio, in realtà, non è l’unica possibile. Chris Laotarious, un esperto dell’Università di Birmingham in pratiche sepolcrali rinascimentali, avanza l’ipotesi che il teschio di Shakespeare sia stato semplicemente trasferito dai familiari per essere depositato nella tomba di un parente, e probabilmente non troppo tempo dopo la sua morte. Spiega Laotarious che a quell’epoca, in cui gli alti tassi di mortalità incidevano profondamente nella vita delle persone, non era cosa strana ricongiungersi nella morte coi propri cari dissotterrandone i resti, per collocarli vicino ad altri familiari. Era quindi uso diffuso seppellire con se i propri familiari già mancati, anche spostandone i corpi.

Un altro esempio illustre? Si tramanda che dopo l’esecuzione dell’umanista Thomas More (autore di L’Utopia) avvenuta nel 1535, la figlia raccolse la testa del padre e la conservò amorevolmente, cosicché potesse tumularla con sé al momento della propria morte. E lo fece.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.