Un mondo firmato Welcome! Wonderland

Ho avuto modo di fare una chiacchierata con i Welcome! Wonderland che mi han fatta entrare nel loro mondo fantastico. Nonostante le rigorose scelte stilistiche sempre fedeli al bianco e nero, che potrebbero sembrare in contrasto con il loro mood “Alice in Wonderland” che caratterizza i brani, i ragazzi (Luca Rapuzzi- vocals, Alessandro Larini- bass, Stefano Mugnaioli- guitar, Alessandro Turra- guitar, Diego Uberti-drums) con un paragone azzeccatissimo ci invitano a scoprirli: «Siamo come un libro che alla vista è stampato nero su bianco, eppure leggendolo ciascuno si può creare un proprio mondo immaginario».

Perché questo nome?

Il nome “Welcome! Wonderland” vuol essere un invito ad entrare in contatto nel nostro mondo, basta citare il romanzo di Lewis Carroll “Alice’s Adventures in Wonderland“ per trovarne la provenienza, ci ha sempre affascinato infatti esprimerci e fare musica per descrivere la vita reale in una chiave fiabesca, a tratti bizzarra.

Nascete come gruppo di amici a cui piace far musica o come musicisti che son diventati amici?

Decisamente la prima, precedentemente militavamo tutti in progetti diversi ma col tempo, conoscendoci, abbiamo deciso di unirci per formare una band nella quale poter dar vita ai nostri obiettivi comuni.

Qual è il segreto per essere una band unita?

Il segreto è essere sempre schietti e sinceri l’un con l’altro, anche a costo di “ferire” gli altri; ci siamo ripromessi fin dal primo giorno che qualsiasi problema sarebbe nato avremmo fatto il possibile per risolverlo immediatamente e procedere senza rancori. Oltre a questo serve anche una grandissima dose di tolleranza ed elasticità l’un con l’altro: lavorando parecchio insieme è normale che nascano tensioni o contrasti ma basta ricordarsi di essere amici prima che colleghi, così ci ridiamo sopra e continuiamo più uniti di prima.

Avete artisti di riferimento?

Siamo una rock band, nata con influenze dal mondo del pop e dell’alternative in generale, ispirandoci a gruppi come Fall Out Boy e Thirty Seconds To Mars; con il passare del tempo stiamo strizzando maggiormente l’occhio all’indie rock, con influssi da bands come The 1975, The Neighbourhood e Arctic Monkeys.

Chi è la “mente” dei pezzi? Come nasce solitamente un vostro brano?

Non c’è una mente nel gruppo, le canzoni nascono solitamente dall’idea di un singolo componente che la propone. Successivamente ci lavoriamo insieme per produrre un brano che trasmetta l’idea originaria da cui è nato. Infine riguardiamo il tutto con il nostro produttore artistico, Alessandro Fapanni, che ritocca il brano dal punto di vista del sound e dell’arrangiamento.

Com’è stata l’esperienza con MTV New Generetion? Cos’ha cambiato in voi?

MTV New Generation è stata una grandissima soddisfazione, immaginate la scena: eravamo una band nata da meno di un paio di mesi e il nostro primo video (“Waves”) fu subito notato da Rock TV ed MTV New Generation che decise di appoggiarci, promuovendo anche il secondo video “Istanbul” e la cover di Adele “Hello”, che abbiamo inciso in esclusiva per il mercato giapponese. Possiamo dire che oltre ad una grande soddisfazione ed un’ottima vetrina, questa sia stata anche una grande spinta per continuare con crescente entusiasmo.

Com’è il rapporto con il mercato e i fans giapponesi?

Siamo soddisfatti che il nostro disco d’esordio “N°1” sia approdato anche in Giappone per Maxtreme Records negli stores Tower Records di Tokyo, Osaka e Okinawa. Speriamo al più presto possibile di oltrepassare i confini nazionali calcando i palchi nipponici e non solo; è molto difficile entrare in contatto direttamente con il pubblico giapponese per la distanza e per l’incongruenza linguistica e alfabetica ma stiamo usando tutti i mezzi social a nostra disposizione per avvicinarci ai fans. Sicuramente è una bella sfida e noi siamo positivi e determinati.

Come dovrebbe essere il vostro live dei sogni?

Il live dei nostri sogni, inutile a dirsi, sarebbe davanti a una folla chilometrica che canti i nostri pezzi. La cosa più importante di tutte, per noi, è quella di riuscire a trasmettere delle emozioni quindi, se la domanda è “quale sarebbe il vostro sogno?”, la risposta è che sarebbe quello di emozionare più persone possibile e sapere che delle persone hanno capito e si sono rispecchiate nella nostra musica.

Oltre a voi stessi ed il vostro impegno, vi sentite in dovere di ringraziare qualcuno per il vostro successo?

Sicuramente ci sentiamo di dover ringraziare tutto lo staff di Indiebox Music: Maurizio Vinci, Debora Dolcetto, Alessandro Fapanni, Giovanni Bottoglia e Giulia Galvani che credono in noi e continuano a lavorare perché noi possiamo realizzare i nostri obbiettivi; inoltre, ancora più importante, tutte le persone che già ci seguono, credono in noi e ci supportano.

Quali progetti avete in mente per il futuro?

Ci piace vivere come se il nostro futuro non sia ancora scritto, per il momento continuiamo a lavorare duramente in sala prove e scrivendo nuovi brani, in cantiere c’è l’idea di un nuovo album che, visto i ritmi e l’entusiasmo con cui lavoriamo, non dovrebbe farsi attendere ancora per molto.

 

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