DISCO CONSIGLIATO: Motta- La Fine dei Vent’anni

Un esordio dorato per il cantautore pisano Francesco Motta; l’ex Criminal Jokers -bandnew wave pisana con all’attivo due album e collaborazioni con importanti esponenti dell’indie italico come: AppinoThe Zen CircusGiorgio Canali e Tre Allegri Ragazzi Morti– infatti, con questo disco si discosta dalle sonorità cupe e punk oriented della sua band -pur mantenendo delle sonorità simili- per abbracciare un cantautorato che riesce ad unire stili completamente diversi fra loro.

Si possono riscontrare, infatti, delle scelte sonore eterogenee che, grazie alla sapiente mano del produttore Riccardo Senigallia -coautore anche di alcuni pezzi- si abbinano perfettamente alla voce del cantautore toscano; una voce tanto criticata per la sua asprezza e per l’assenza di un registro tranquillo. Anche quando vuole esprimere calma la voce di Motta lascia trasparire un’inquietudine e una rabbia tra le parole, che viene malcelata dagli arrangiamenti.

La sua voce è un caleidoscopio di asprezza, che non riesce a distaccarsi -appunto- dall’inquietudine e dalla rabbia tipica di chi a 30 anni non ha ancora certezze; l’inquietudine di chi non è vecchio, ma allo stesso tempo non può considerarsi giovane e che ha capito di dover fare tutto da solo.

Nasce così il disco rivelazione del 2016: dalla rabbia, dall’asprezza.

Motta, da buon polistrumentista, compone tutto e suona tutto; si circonda solamente del fido produttore e della collaborazione con alcuni artisti che potrebbero dare quel tocco in più ad un album che chiamare bello, sembra riduttivo; fra questi Alessandro Alosi de Il Pan del Diavolo -un’altra voce sporca dell’indie italiano- su Se Continuiamo a Correre.

Le dieci tracce che compongono l’album possono benissimo essere parte di un concept che vuole affrontare l’ansia della fine della giovinezza e l’inizio della vera età adulta. L’età delle responsabilità, del lavoro che in Italia non c’è, degli affitti delle bollette e dell’essere soli contro tutti.

Le storie raccontate sanno essere tremendamente malinconiche cantate dalla sua voce così sporca, mitigata dagli arrangiamenti perfettamente composti, soprattutto nella ballata Sei Bella Davvero, uno dei punti più ispirati del disco, e probabilmente la canzone più radiofonica del lotto.

Per quanto riguarda l’asprezza: Roma Stasera è di sicuro una delle più emblematiche; con un testo che può essere stato influenzato dal realismo sporco di Bukowski, visto le immagini nitide e, allo stesso tempo, disilluse che riesce ad evocare:

Ho piene le tasche

di tempi spezzati,

di sogni bruciati,

da questa città.

A me piace lo schifo,

la puzza di gente;

raccontare le storie

ai figli degli altri sarà divertente”

 

Come detto anche in principio, l’eterogeneità sonora è una delle caratteristiche fondamentali di questo album. Si trovano così pezzi più cantautorali, nel senso più stretto del termine, come la title track e il pezzo conclusivo Abbiamo vinto un’altra Guerra.

Trovano invece un respiro più ampio, con notevoli influenze new wave e funky , la traccia d’apertura Del Tempo che passa la Felicità, uno dei momenti più ispirati dell’intero lavoro, che riesce in maniera magistrale a catapultare l’ascoltatore all’interno di questa girandola di insicurezze e disagioe Mio Padre era un Comunista, che parte semplicemente come un pezzo chitarra e voce, ma che ad ogni intermezzo si arricchisce di arrangiamenti di fiati magistralmente inseriti che le conferiscono un suono che oscilla fra il caraibico e il funky.

Con questo album si può affermare che il panorama musicale italiano ha trovato finalmente un artista che riesce a combinare sapientemente ogni singola influenza: dalla musica etnica, al cantautorato, passando per l’elettronica e la new wave  -in questo senso è evidente l‘influenza su Motta dell’ultimo album di Appino “Grande Raccordo Animale” e, più in generale, di tutta la carriera solista del cantautore statunitense Mark Lanegan– riuscendo a mantenere, in ogni caso, una omogeneità tutt’altro che facile da raggiungere.

Ci auguriamo che un artista del genere possa riuscire già a confermarsi dal prossimo disco che, oggettivamente, avrà delle pretese altissime.

 

Caparezza diceva che : “il secondo album è sempre il più difficile della carriera di un’artista”.

Tuttavia, se le premesse sono queste possiamo solo ben sperare.

 

Pezzi Consigliati: Del Tempo che passa la felicità, Sei Bella Davvero, Roma Stasera


 

copertina

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