PLOT OPERA BIOGRAFIE: RENATA SCOTTO, INTERPRETE INTIMISTA

Di Ilaria Zibetti

Il viaggio tra le più note voci liriche continua con un altro talento italiano: Renata Scotto, nata a Savona nel 1934.

Quando intraprese i primi studi di canto la videro concentrarsi sul registro di contralto, però dopo tre anni si scoprì che la sua voce era quella di un soprano lirico con propensione all’agilità drammatica. Le sue qualità vennero alla luce presto, infatti a soli diciotto anni debuttò la sera della viglia di Natale, nel teatro della sua città, in uno dei ruoli più impervi e complessi dell’opera italiana: Violetta Valéry ne “La traviata”.

L’anno seguente fu la volta di “Madama Butterfly”, uno dei suoi futuri cavalli di battaglia, interpretando la sfortunata ma incantevole protagonista della tragedia pucciniana. Dopo aver calcato il Teatro Nuovo di Milano sempre ne “La traviata”, il suo esordio nel tempio della lirica, il Teatro alla Scala, fu la sera del 7 dicembre 1953 vestendo i panni del giovane montanaro Walter nell’opera “La Wally” di Francesco Cilea, attirando l’attenzione nonostante il suo ruolo secondario e cominciando così a costruire basi ancora più solide per la sua carriera.

La grande notorietà però puntò i riflettori internazionali su di lei verso fine anno 1957 quando il team del Teatro alla Scala andò ad Edimburgo per mettere in scena “La sonnambula” di Bellini con Maria Callas. Il successo della prima fu tale che si decise di fare delle repliche però a causa di alcuni impegni la Divina non poté esibirsi per cui, con pochissimi giorni di preavviso, Renata Scotto la sostituì. Il successo fu incredibile e grazie a quella fortuita occasione fu chiamata a cantare in grandi teatri come il Metropolitan Opera di New York e a Londra al Royal Opera House, dando a vita nel primo a Cio-cio-san e nel secondo a Violetta Valéry, riuscendo sempre a dare una versione moderna ed intimista di queste due grandi eroine tragiche.

La sua voce limpida e delicata, particolarmente duttile ed agile le ha permesso, specialmente nel primo ventennio della sua carriera, di dedicarsi ai ruoli prettamente lirici, come per esempio le opere belliniane (Zaira, La straniera …) e del repertorio belcantistico.

Nel 1977 tornò al Metropolitan Opera per esibirsi come Mimì ne “La bohéme” di Puccini accanto a Luciano Pavarotti, dando vita ad uno spettacolo rimasto memorabile per il cast di altissimo livello, le scenografie di Pizzi e la conduzione intensa di James Levine.

Nella seconda fase della sua carriera affrontò personaggi dalla vocalità più drammatica e tesa come per esempio Elisabetta di Valois in “Don Carlos” di Verdi o Gioconda dall’omonima opera di Ponchielli fino ai ruoli wagneriani (Kundry in “Parsifal”) e di Strauss ( Kiltämnestra in “Elektra”).

Dal 1986 si cimentò come regista per le sue opere predilette: Madama Butterfly e La traviata, le cui produzioni furono proposte anche all’Arena di Verona e in America, riscuotendo molto successo, tanto che la sua “ Traviata”  fu insignita di un Emmy Award come miglior evento televisivo dal vivo alla New York City Opera. Era il 1995.

Due anni dopo fondò l’Accademia operistica Renata Scotto, per dedicarsi anche all’insegnamento dei nuovi talenti lirici, attenta ad educare in maniera rigorosa e professionale i suoi studenti grazie alla sua esperienza di oltre sessanta ruoli di diversa difficoltà tecnica ed interpretativa

Della sua vita privata si sa poco, essendo lei stata sempre molto riservata, eccetto il suo matrimonio con il violinista Lorenzo Anselmi nel 1960 e la sua dimora, situata oggi in America, dove la onorano con riconoscimenti ed elogi, come quello del 2011 “Met Legends”, consegnato a grandi artisti che hanno calcato il palco del Metropolitan Opera.

Molti grandi sono vissuti grazie al pettegolezzo e agli scandali, altri invece sanno reggersi sul proprio talento proteggendo la propria sfera intima


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