Quando l’amore diventa un laccio, muore

C’è una linea sottile tra le frasi “non posso vivere senza di te” e “non voglio vivere senza di te”.

Una linea impercettibile, che divide due visioni diametralmente opposte di vedere l’amore.

Capita a tutti il periodo buio, senza punti di riferimento e senza stimoli e solitamente, proprio in quel momento, arriva la persona che ci risolleva l’umore, si prende cura di noi e ovviamente non potendo che attribuire a lui tutte le gioie che proviamo dopo quell’incontro tendiamo a metterlo su un piedistallo. Con il passare del tempo, finita la fase dell’innamoramento, questa visione dell’altro dovrebbe evolversi. Non lo vediamo più come la persona che ci ha “salvato” dovremmo invece iniziare a osservarlo con occhi diversi; come un complice ad esempio, una persona con la quale scoprire qualcosa di noi che ancora ci è oscuro, con la quale condividere notti sotto le stelle e albe sulla spiaggia.

Non sempre però questo cambiamento avviene e spesso vediamo intorno a noi persone che vivono per il partner, si annullano per lui. Non coltivano più le loro passioni, abbandonano amicizie, non si ritagliano del tempo per riflettere in solitudine e io sono convinta che non ci sia cosa più sbagliata. Giusto pochi giorni fa, stavo cercando nella mia libreria uno scritto da leggere e analizzare e mi è capitato tra le mani “Il Profeta” di Kahlil Gibran – un capolavoro che consiglio a tutti di leggere-.

Proprio in questo libro ho trovato la poesia che sintetizza come deve essere un amore sano, un amore che sia stima reciproca, rispetto e non un laccio. Vi riporto la sua descrizione del sentimento amoroso.

“Voi siete nati insieme, e insieme starete per sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi nella vostra unione,
e fate che i celesti venti danzino tra voi.

Amatevi reciprocamente, ma non fate dell’amore un laccio:
Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempia ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo,
così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.

Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro.
Poichè solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benchè non troppo vicini insieme,
poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”.

il profeta

Credits: immagine 1

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