Quando la satira esagera: il caso Boehmermann

Tutto è iniziato con una canzone. Durante la trasmissione tedesca “Extra 3” del 17 marzo veniva presentato un video satirico sul presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il cui nome, nel ritornello, risultava affiancato alla parola «Wahn», ovvero «delirio». L’ambasciatore tedesco in Turchia si era visto convocare d’urgenza presso il ministero degli esteri turco, che – senza tanti giri di parole – aveva richiesto di sanzionare e bloccare la trasmissione in cui si era verificato un tale “oltraggio”: una reazione tra il ridicolo e il tragico, che aveva suscitato in terra tedesca – dove si è fortemente orgogliosi della tradizione satirica – ilarità e critiche nei confronti di Ankara.

Forse il presidente turco non sospettava le conseguenza di una tale mancanza di umorismo e il contrattacco della satira non s’è certo fatto aspettare: nella puntata del 31 marzo della trasmissione “Neo Magazine Royale” dell’emittente ZDF, il giovane comico e opinionista Jan Böhmermann si è lanciato in una vera e propria invettiva contro il presidente turco, utilizzando il seguente stratagemma:

«Erdogan, ti spiego ancora una volta che cosa in Germania è vietato e cosa no: mettiamo il caso che io legga in tv una storiella come questa che ho in mano – cosa che ora farò, ma che naturalmente non penserei mai di eseguire: in questo caso, allora, sarei punibile».

La “storiella” in questione è costituita da alcuni versi dove il presidente turco viene accusato di perversioni e manie sessuali, passando dalla zoofilia alla pedopornografia, fino al rapporto incestuoso. Inutile dire che il caso si è trasformato in un “affare di stato”, che ha reso la cancelliera Angela Merkel la vera vittima di questa vicenda: Erdogan ha denunciato il comico della ZDF appellandosi ad un articolo del codice penale tedesco che sanziona la “lesa maestà” ad un capo di stato estero. Il problema è che l’ultima parola per l’autorizzazione a procedere spetta proprio alla cancelliera, la quale si è trovata così presa tra due fuochi, in un periodo in cui le relazioni con Anakara sono tutt’altro che felici e in un paese che ospita da decenni la più grande comunità turca in Europa.

L’ultimo capitolo è stato scritto proprio ieri, 15 aprile, quando la Merkel ha approvato il processo contro Böhermann: una storia la cui fine sembra ancora lontana e i cui effetti saranno senz’altro politici.

 

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