La donna nella Resistenza

 

Quando ho fatto il documentario “La donna della Resistenza” intervistando varie partigiane ho scoperto con sorpresa che avevano combattuto (fisicamente) per un mondo dove la donna avesse avuto emancipazione. Erano contadine, operaie, intellettuali (ricordo Ada Gobetti) e ciascuna con le sue parole mi disse che aveva rischiato la vita per una “palingenesi” sociale (ricordo questa frase) che prevedeva il riconoscimento della parità della donna. Una sopravvissuta a Dachau e un’ altra ad Auschwitz mi dissero che durante la guerra erano persuase che il loro sacrificio avrebbe contribuito a dare uno scossone alla vecchia cultura.” Liliana Cavani 

Libere, combattenti, affascinanti. Ecco come si presentano le donne celebrate nel documentario “La donna nella Resistenza” della sceneggiatrice e regista italiana Liliana Cavani.

Questo documentario del 1965, costituito da una raccolta di testimonianze di donne che, attivamente o passivamente, hanno partecipato alla Resistenza italiana, è un’importante fonte storica che ripercorre con occhi diversi, ormai segnati dal tempo, quella che è stata la lotta per la liberazione iniziata nel settembre 1943 e terminata nell’aprile 1945.

Una serie di volti in bianco e nero ci fanno rivivere, con voci commosse, i tempi bui dell’occupazione nazifascista e ci raccontano con grande emozione le loro tanto drammatiche quanto eroiche esperienze. Donne di ogni estrazione sociale, contadine, operaie ed intellettuali, accomunate dal desiderio di libertà e dall’amore per la vita, che hanno saputo sovvertire il tradizionale ruolo della donna nella società italiana, affiancando così l’uomo da protagoniste essenziali. Mogli, madri, lavoratrici, ma anche staffette, combattenti, pianificatrici di scioperi ed azioni militari, in nome della libertà.

Sono vite che hanno sofferto il grande dolore della perdita e dell’allontanamento di persone amate, che hanno sopportato atroci torture fisiche e psicologiche e che hanno conosciuto l’incubo dei campi di concentramento nazisti, senza mai lasciarsi dominare dal senso di disfatta. 

Bisogna cimentarsi nella visione di questi 47 intensi minuti di viva memoria per comprendere appieno il valore di queste donne simbolo. 


 

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