Quattro film e quattro idee di tempo

Come disse una volta il saggio: “Il tempo è relativo”. Il saggio era un genio di nome Einstein e parlava della teoria della relatività. Quello che voleva dire, è che il tempo dipende dal sistema di riferimento, analogamente al concetto di spazio relativo, che quotidianamente sperimentiamo. Mi spiego meglio. Il tempo è un concetto astratto non facile da misurare, la cui percezione cambia da persona a persona. Basti pensare a come il tempo sembri passare più lentamente quando ci si annoia o più velocemente quando si sta facendo qualcosa di divertente.

Ma mai come con l’avvento della fantascienza, il tempo è stato una cosa così complicata. Non a caso in Interstellar c’è voluto il fisico teorico del Caltech, Kip Thorne, come consulente scientifico e produttore esecutivo. Lo scorrere del tempo, infatti è diverso da chi si trova nello spazio e chi sulla Terra, soprattutto se si ha a che fare con cunicoli spazio-temporali e buchi neri. D’altronde soprattutto con gli ultimi tutto può succedere. Non conoscendone ancora la vera natura, non è detto che tramite un buco nero non si possa comunicare con il passato.

Passiamo dalla fisica a un tempo più comprensibile. Quello che inizia con “C’era una volta”. Lo conosciamo fin da quando siamo piccoli, è il tempo delle fiabe, dei misteri, della fantasia e delle verità universali. Si perché le storie che si raccontano ai bambini vivono in un tempo diverso dal nostro presente, un tempo universale, appunto, vero in ogni luogo ed ogni epoca, sempre e per sempre. O almeno è così che noi lo percepiamo. E qual è la più grande favola del mondo moderno se non Big Fish?

Passa il tempo ma lui c’è sempre, è James Bond, in una saga cinematografica che sembra essere infinita. Tutto ebbe inizio nel 1962 con “Licenza di uccidere” e il primo 007, Sean Connery, ma la saga, come ben sapete continua tutt’oggi con l’ultimo film Spectre, uscito nelle sale il 5 novembre. Nuovo James Bond (Daniel Craig), nuova colonna sonora, ma il groove è sempre lo stesso. Humor inglese, eleganza senza tempo, azione, eroismo e belle donne. Una combinazione vincente che non ci lascia da ben 53 anni.

Ma a testimonianza di come il tempo cambi da persona a persona in quel viaggio che chiamiamo vita, porto il mio ultimo esempio. Mood Indigo. La bella vita, se non è passata con qualcuno che ami, è solo un susseguirsi di giorni, tutti uguali. Uno dopo l’altro. Ma quando poi l’amore arriva, fa correre il tempo in un rush emozionale che sembra non voler mai finire. Poi però, la vita o il destino, tira un freno. Tutto si ferma per un momento quando l’amato si ammala e rischia di morire. Ma poi le lancette ricominciano a scorrere e i due amanti non corrono più allo stesso passo, il malato vive in un tempo tutto suo che non conosce, l’altro invece invecchia in un colpo di dieci anni o più.

“Tutta la mia vita dipende da questo istante, e se lo perdo”
“Io penso il contrario. Se perdiamo questo momento coglieremo quello seguente, e se lo manchiamo, ricominciamo”


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