La saga di Beowulf diventa una serie TV

Cosa si ottiene quando l’epos incontra il piccolo schermo, quando le leggende del mito diventano la base narrativa per scrivere una serie TV? È ciò che è successo al Beowulf, il più antico poema epico anglosassone, composto – o più probabilmente raccolto – da un anonimo autore tra l’VIII e l’XI secolo d.C. La rete ITV britannica ha prodotto l’adattamento televisivo del poema, intitolando la sua nuova serie, in onda oltremanica da gennaio di quest’anno, con il nome di Beowulf: Return to the Shieldlands. Dodici episodi, che narrano le gesta dell’eroe Beowulf, e una trama arricchita ed estesa per raccontare side stories e nuovi personaggi.

Le vicende del guerriero Beowulf non hanno nulla da invidiare alle più recenti narrazioni fantasy; gli stessi Tolkien, Martin, Paolini, pagano al poema epico anglosassone un grande debito immaginativo – per il primo anche dichiarato: l’indimenticabile scena tra Bilbo e il drago è un riflesso di questa influenza. Molto brevemente, il plot principale: Grendel, un mostro sanguinario, minaccia la nuova reggia del re danese Hrotghar, mietendo ogni notte vittime tra gli abitanti del castello. Sarà Beowulf, guerriero dalla forza e dalle facoltà sovrumane, a sconfiggere prima il temibile mostro e poi la madre vendicatrice, riportando la pace in quella terra e aggiudicandosi il favore del re.

Una trama molto semplice, ma efficace. Anthony Burgess, uno dei più importanti scrittori del Novecento inglese, ha definito Beowulf come “essenzialmente, una storia di guerrieri” e nello specifico l’unico esempio di poema epico basato interamente sull’archetipo dello scontro tra l’eroe e il mostro. Il poema si compone di 3182 versi in antico inglese, che si susseguono in un fitto gioco di allitterazioni (non rime), in un ritmo cadenzato e martellante (quattro accenti per verso).

Tanto è bastato per creare una serie televisiva costata la bellezza di diciassette milioni sterline. Anche la scelta della location merita sicuramente un accenno: le riprese sono state effettuate principalmente nella contea di Dhuram in Northumbria, nella britannia centro orientale: una zona affascinante disseminata di castelli e praterie, dove è facile ricostruire scenari di guerra campale.

Non è la prima volta che si cerca di riadattare Beowulf allo schermo, grande e piccolo. Il precedente più significativo lo abbiamo nel 2007 con La leggenda di Beowulf di Robert Zemeckis, un film realizzato completamente in computer grafica e nel quale figuravano attori come Anthony Hopkins e Angelina Jolie.

Ora, è difficile stabilire quanto le riproposizioni di Beowulf siano dovute a una reale passione del pubblico per questa saga. I serial fantasy oggi vanno di moda, sia che essi mettano in scena zombie o cavalieri in armatura. Game of Thrones, di produzione americana, riadattato sui romanzi dello scrittore George R.R. Martin, è forse la serie (non solo fantasy) più popolare di tutte. Insomma: un conto è camminare sulle proprie gambe e aprire una via, altra cosa è percorrere un sentiero già battuto. L’apripista è stato senza dubbio Peter Jackson, con la trilogia del Signore degli anelli che ha avuto il merito di dare dignità a un genere che ha sempre appassionato, ma che non aveva mai prima goduto della giusta attenzione.

Una doppia scommessa vincente, insomma: nella forma e nel contenuto. Adesso, aspettiamo che la serie sbarchi anche in Italia.


Fonti

Wikipedia

Crediti

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