Si può vendere la bellezza?

Siamo bombardati da prime pagine, pubblicità, annunci alla radio o alla TV, tutti che si prendono l’impegno di soddisfare uomini e donne che desiderano apparire belli, in salute e giovani.  L’era digitale ci ha abituati sempre di più a essere attratti dall’estetica di un prodotto, a volte lasciandone in secondo piano l’utilità. Se ci trovassimo di fronte a due oggetti che hanno la stessa funzione, saremmo propensi ad acquistare senza prestare molta attenzione, quasi fosse una scelta a livello inconscio, quello di un colore più intenso o dal design innovativo.

Di conseguenza, nella quotidianità si è portati a voler puntare tutto sulla scatola, sull’involucro, sul confezionamento di noi stessi, per apparire agli altri nel miglior modo possibile. Come se bellezza fosse sinonimo di intelligenza e il fattore estetico una prima scrematura a un colloquio di lavoro, una selezione visiva del personale: siamo tante scatole sugli scaffali di un supermercato.

Se quindi prima ci si laureava in psicologia e ci si specializzava nello studiare e analizzare i gesti o gli atteggiamenti per stilare un profilo psicologico dell’individuo che si aveva davanti, ora si passa direttamente alla carrozzeria esterna. Si studia come migliorare e gestire un business in continua evoluzione che trova terreno fertile nella società di oggi: la bellezza estetica. Proprio presso l’università IULM di Milano è nato il primo master in Management e comunicazione del beauty e del wellness. Si tratta di un corso semestrale con frequenza obbligatoria e a numero chiuso che comprende materie come: brand manager, consumi, comunicazione e relazioni pubbliche del settore,  storia e sociologia del beauty e del wellness e molte altre.

I dati parlano chiaro e non c’è da stupirsi che a un così grande aumento di interesse per la cura del proprio corpo, corrisponda un voler crearne un business e, perché no, un possibile lavoro. Si tratta di nuove figure professionali specializzate nella ricerca dei nuovi trend (inglesismo ormai presente ovunque), di ciò che preferiamo e siamo disposti ad acquistare. Un continuo spostare l’attenzione su un prodotto piuttosto che su un altro che possa captare la nostra attenzione finché ci convinciamo sia migliore del precedente e lo compriamo.
Compriamo ormai qualsiasi cosa ci dia una parvenza di poter essere più felici.

Non stiamo comprando un libro che ci informerà su un determinato argomento, o un biglietto aereo che ci mostrerà nuove culture, un massaggio drenante, una maschera purificante, il fondotinta “spiana rughe” del noto marchio o i nuovi pantaloni in voga. Tutto è finalizzato all’esteriorità. E le nostre menti? Quante volte sentiamo complimenti come ‘’che bel vestito!’’, ‘’che sorriso smagliante!’’, ‘’hai un fisico statuario!’’; e quanti pochi ‘’che bella mente!’’.
La personalità di ognuno di noi non è effettivamente ciò che più salta all’occhio a primo impatto quando incontriamo qualcuno. Ne si colgono le sfaccettature e sfumature con il passare del tempo, tempo che sembra essere ridotto al minimo indispensabile nei ritmi frenetici della vita odierna. Mentre invece un bel viso, movenze fluide, sono immediatamente percepibili.

Sembra anche molto più semplice comprare la bellezza, ossia tutti i prodotti e i mezzi studiati per migliorarla, ma si può comprare una mente brillante, la sensibilità, la generosità?  E chi non può permettersi di comprare la crema viso appena uscita sul mercato dal prezzo esorbitante, oppure l’ abbonamento in palestra e il ciclo di trattamenti estetici che va tanto di moda, non potrà avere successo nella vita?


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