“Lookaroundart”, arte questa sconosciuta, oppure no?

Lookaroundart è un “progetto di narrazione dell’arte” nato da un’idea di due professioniste del campo, Matilde Marzotto Caotorta e Barbara Carneglia, che hanno voluto trovare un modo per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea, specialmente quello dei non addetti ai lavori.
Per raccontare questo progetto ho deciso di incontrarle e loro si sono mostrate fin da subito disponibili ed entusiaste; ci siamo date appuntamento nella sede di Festa del Perdono dell’Università Statale e mi hanno raccontato il loro lavoro.

A che punto è il progetto e chi è il pubblico a cui vi rivolgete?

Barbara: Adesso la nostra intenzione è quella di entrare in contatto con degli studenti che stiano cominciando a occuparsi di arte, in modo da poter ampliare questa nostra idea di fare da ponte tra il ristretto mondo dell’arte contemporanea e il resto del mondo, tutti coloro che ritengono sia interessante, ma magari pensano “chissà cosa devo sapere, cosa devo capire…”.

Matilde: Ci sono anche persone di una certa età che hanno altri interessi ma che hanno voglia di scoprire anche questo strano mondo dell’arte contemporanea.
Per gli studenti abbiamo pensato alla nostra esperienza di studentesse, non così lontana. Sappiamo che quando studi e poi esci dall’università scopri che l’arte è qualcosa che esiste, con cui puoi vivere, con cui puoi lavorare, e questo passaggio non è immediato. Così ci piace l’idea di lavorare in queste due direzioni.

Il progetto come è nato? Come avete iniziato tutto?

B. Abbiamo all’attivo due anni di programmazione con delle sessioni più mirate a una mostra specifica che poi andiamo a vedere, altre più tematiche; per esempio l’anno scorso abbiamo fatto una sessione sulla scultura contemporanea, argomento poco studiato.
Adesso stiamo facendo un lavoro sull’arte italiana contemporanea inserendo nei primi incontri un po’ di introduzione per far conoscere i nomi degli artisti che il pubblico di solito non conosce. Abbiamo seguito la mostra Ennesima alla Triennale che ci ha dato lo spunto per raccontare l’arte italiana, perché a Milano manca un museo di arte contemporanea; adesso inizia una parte di incontri di approfondimento dove andremo nello studio dell’artista Barbara de Ponti, che ci racconterà del suo lavoro, e in seguito visiteremo una galleria.

M. La cosa che cerchiamo di fare dall’inizio, con il rischio di confonderci con le mille visite guidate che ci sono, è di collegarci a quello che offre il calendario espositivo milanese. Il nostro intento è riuscire a ragionare a partire da un artista, da uno spazio espositivo non convenzionale, da una mostra, e da lì riflettere e parlare con artisti e curatori organizzando percorsi tematici di questo tipo.

B. Matilde si è laureata qui in Statale in estetica, mentre io in storia dell’arte e per molti anni ho lavorato in una galleria contemporanea, quindi quello che volevamo fare è sfruttare queste conoscenze lavorative per trasformarle in un progetto che potesse parlare alla luce di queste esperienze. Nella pratica si traduce nel fatto di parlare dapprima di una serie di informazioni sull’artista e il suo lavoro, vedere immagini, e poi andare a vedere l’opera in gruppi molto piccoli in cui si possa effettuare uno scambio, una conversazione.

M. Infatti noi non spieghiamo il significato di ciò che si vede: tutti ci chiedono “questo cosa vuol dire?”, questa forse non è la domanda giusta da fare. Nel momento in cui si va insieme a vedere la mostra, il confronto con le opere è molto diretto e noi siamo presenti per fornire un parere, un’indicazione, ma non per fare una lezione; le informazioni di contorno rischiano di distrarti dalla capacità di guardare.
Spesso l’arte contemporanea crea un certo disagio perché non la si conosce, noi cerchiamo di ovviare a questo disagio parlando prima con le persone di ciò che andranno a vedere, proprio perché la preparazione rende più semplice entrare in sintonia o anche in opposizione con quello che si vede, ma avviene con cognizione di causa.

E i progetti futuri?

M. Da quest’anno abbiamo iniziato a collaborare anche con la Libreria Verso proponendo nello spazio dello stabile degli incontri simili a quelli che organizziamo per Lookaroundart, ma mirati al coinvolgimento di un pubblico un po’ più giovane, come i ragazzi che fanno l’università. Abbiamo iniziato la settimana scorsa e ne faremo sicuramente altri due.

B. Facciamo anche incontri “su misura”, se con un gruppo di compagni di corso volete fare una serie di incontri in un orario particolare noi lo facciamo apposta per voi. Per altre informazioni, potete visitare il nostro sito ufficiale.


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