Quando in musica la traduzione è… esagerata

L’avrete sicuramente ascoltata tutti, chi perché fan del rock ‘n roll, chi in qualche pubblicità alla televisione. Uno di quei ritornelli fischiettati per abitudine o per imitazione, che entrano a far parte del nostro repertorio quotidiano senza magari conoscerne l’autore. Ma tra i nostalgici degli anni ’60 c’è di sicuro anche chi ha ancora ben impressi nella mente quella camicia a quadri e quel sorriso smagliante. Per non parlare poi di quell’affascinante accento americano, di cui Neil Sedaka non si riusciva proprio a liberare nella propria interpretazione… esagerata.

È il 1961. Neil Sedaka (nato nel 1939 a New York) si posiziona all’undicesimo posto agli US Billboard Charts cantando di una giovane ragazza un po’… intraprendente. Little devil la chiama, mentre corteggiandola ondeggia sulle note di un piccante rock ‘n roll. Sono gli anni del Rock, dei Juke-box, dei Beatles dei Rolling Stones. Gli anni del benessere e del Boom, del mito americano cui vogliamo rifarci a ogni costo. Eppure, spesso, l’imitazione non è così immediata…

Così, quando nello stesso 1961 la RCA decide di tradurre il successo del cantante americano per presentarlo agli italiani, non è solo l’idioma a cambiare.

Little devil si trasforma improvvisamente in una biasimata sgualdrina, il Sedaka spasimante, in un moralista. Tutti quei baci diventano esagerati, di una ragazza che proprio “capire non vuole”. E se in America Neil sapeva che l’avrebbe fatta un giorno sua, oltrepassato l’oceano di colpo si rende conto di non poterla neanche più tenere tra le braccia quanto lei vorrebbe. Dov’è finito l’amante impavido che non si cura degli avvertimenti degli altri? Sbarcato in Italia è un uomo integro e timoroso, che quei baci fanno finire nei guai.

La metrica si riesce a adattare perfettamente, nonostante l’italiano non sia la lingua più appropriata alle battute corte e ai tempi rapidi e incalzanti del rock ‘n roll. Eppure, nonostante la grande voce di Neil, c’è qualcosa che stona ancora… E non è solo la rima Sparirò/Waterloo, che il povero Sedaka proprio non riesce a pronunciare all’italiana; è lo sguardo ammiccante della star americana che, ahimè, inconsapevole del ribaltamento di significato avvenuto nel testo, continua imperterrito a muoversi seducente mentre si dichiara… deluso dall’amante!

Tale frizione non è che la manifestazione di un più forte contrasto che ha segnato in quegli anni la società di massa, spiega Marco Peroni in una lezione sulla musica utilizzata come fonte di storia tenuta all’Università Luigi Bocconi di Milano. Il conflitto presente in quegli anni tra i vecchi e i nuovi modelli culturali, tra il sogno americano che cercava di farsi spazio in Italia, e una cultura che era ancora quella di “Tutte le mamme” al Festival di Sanremo:

 Una modernità affermatasi negli anni del boom economico sul piano dei consumi, ma non su quello dei costumi.


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