Doctor Gourmeta

Doctor Gourmeta a “IO SONO!”: un mangiatore seriale e l’atmosfera del Camerun

Venerdì 26 febbraio, la suggestiva Palazzina Liberty di Milano (grazie al contributo del Consiglio di Zona 4) ha ospitato il primo di un ciclo di eventi, organizzati dall’Ensemble Couleurs du Monde con la partecipazione dell’associazione Le Belle Arti, che permettono di esplorare con gusto, vista e udito realtà che appaiono lontane, almeno a un primo sguardo.

“Io sono!”

Io sono!” è il titolo di questi eventi e l’affermazione forte della propria identità, senza voler mascherare quella altrui ma volendola arricchire. Come puntualizza sin da subito il presentatore della serata, Olivier Elouti si tratta di:

un incontro fra persone, e non fra culture, perché le culture non si parlano, a meno che non siano le persone a farle parlare

A ognuno dei presenti viene offerto un piatto vario e colorato comprendente assaggi di sapore del Camerun: il tubero manioca, simile a una patata ma dalla consistenza più friabile e un colore bianco opaco, una sorta di stufato di carne, riso (in bianco e condito con erbe) e ndolè, una salsa bianca puntinata di verde dal sapore particolare, amarognolo.

Doctor Gourmeta
Ndolè

In Camerun, viene raccontato, la donna ha il potere assoluto in cucina e molti piatti richiedono una preparazione lunga e laboriosa (per preparare lo ndolè, ad esempio, si impiega una intera giornata). Dal pubblico, il gruppo di modelle che sfilerà in seguito ride e risponde ironicamente che la ragione è che gli uomini il più delle volte non sono capaci in cucina.

Doctor Gourmeta

Quale migliore momento per parlare di cibo se non mentre si sta mangiando? La degustazione viene accompagnata dalla presentazione del libro “BISTECCHE DI FORMICA e altre storie gastronomiche” di Carlo Spinelli, meglio conosciuto sui social come Doctor Gourmeta. Egli si definisce come un “gastroautistico”: possiede una memoria estremamente precisa per il cibo e ne ha fatto un mestiere e lo scopo principale dei suoi innumerevoli viaggi. Già dal titolo si deduce come non si sia posto freni nell’assaggiare insetti, definiti dall’autore come il possibile alimento del futuro, in forma di farina più che come piatto in sè. Egli racconta come in Thaliandia glieli avessero offerti come snack in maniera molto naturale, ma si fossero invece intirstiti e scandalizzati di fronte al racconto della ricetta italiana di stufato di coniglio. Questo animale è infatti visto in quel paese unicamente come animale da compagnia.

Doctor Gourmeta
Carlo Spinelli, Doctor Gourmeta

Cannibalismo e litofagia

Si fanno cenni provocatori e giocosi anche a proposito del cannibalismo, argomento a cui è dedicato un intero capitolo. La possibilità di nutrirsi di tessuti umani non è, pare, così lontana dalla realtà: nell’atto di impastare con forza il pane o le sfogliatine fatte in casa può capitare, afferma Doctor Gourmeta, che si perdano delle pellicine e queste finiscano nell’impasto e quindi inconsapevolmente nello stomaco di chi le mangia. Altro tema bizzarro emerso da questa conversazione è stato quello di geofagia e litofagia: il tentativo di nutrirsi di terra o pietre. Si dice che i sali minerali facciano bene e li si ricerca, ad esempio, disciolti in acque definite come benefiche, ma può l’atto di mangiare la terra apportare reali benefici nutritivi? Probabilmente non finchè sono accessibili alternative più gustose.

Intervista a Doctor Gourmeta

Chiamato a rispondere all’affermazione titolo dell’evento egli conclude il suo intervento con un “Io sono… un mangiatore seriale”. Lo Sbuffo lo trattiene per qualche ulteriore curiosità:

Qual è stato il cibo più buono che hai mai assagiato?”

“Purtroppo la carne di balena in Norvegia, circa una decina di anni fa. Era buonissima ma non la rimangerei, se non altro perchè le mie figlie non mi guarderebbero più in faccia.”

“Non ti pone freni pensare all’animale che stai mangiando, magari a rischio di estinzione?”

“Oggi tendo a controllare il “livello di estinzione” prima di mangiare un animale. Mi diverte anche immaginare che sapore avrebbero avuto alcuni animali estinti. Il dodo, in particolare, deve avere avuto un gusto delizioso. Gli animali erbivori e in particolare quelli che si nutrono di frutta hanno il sapore migliore. Nel capitolo sul cannibalismo mi sono anche divertito a immaginare, chiaramente in maniera giocosa e del tutto fantasiosa, quale sarebbe l’essere umano migliore da mangiare. Si tratterebbe di un bambino di circa sei mesi, nutrito nell’ultimo mese solamente con delle mele, e preferibilmente figlio di due vegetariani o vegani…”

“E qual è stato invece il cibo dal sapore peggiore?”

“Direi l’intestino di ape, la borsa melaria. L’ho mangiato presso un apicoltore poco fuori Milano. Oppure lo squalo mangiato in Islanda: sapeva di ammoniaca.”

“Hai detto di scegliere le destinazioni dei tuoi viaggi in base al cibo: dove non andresti secondo questo criterio?”

“Eviterei paesi come Olanda, Scozia e Cuba, dove penso che si mangi malissimo.

“Ci sono cibi ancora mai provati che ti piacerebbe assaggiare?”

“In particolare mi sta interessando il cosiddetto Miracle Fruit, una varietà di bacche di origine africana che si dice abbia la proprietà, una volta ingerita, di tramutare il sapore acido degli alimenti ingeriti in seguito in dolce. Sarebbe rivoluzionario utilizzarla ad esempio per aiutare i diabetici. Sono molto inteessanti anche molti frutti esotici: ad esempio in Sri Lanka ci sono le “wood apples” che sanno di vinacce in macerazione.Oppure c’è un altro frutto con un interno che sembra resina. La resina ha un significato importante nell’antropologia dell’alimentazione. Con essa sono state fatte le prime cicche della Storia.”

Cosa pensi di chi, invece, cerca il cibo italiano anche quando si reca all’estero? Hai mai pensato o sentito la necessità di mangiarti una pizza o una pasta in qualcuno dei paesi da te visitati?

“Al momento gli chef italiani all’estero sono molto richiesti, quasi come quelli francesi. Non è perciò difficile trovare sapori che ricordano quelli d’Italia in altri paesi. Tuttavia io non condivido questa necessità. Posso capire chi trascorre fuori casa un lungo periodo, sei mesi o un anno. Io però in viaggi che durano settimane non sento la mancanza dei nostri piatti nazionali, preferisco esplorare nuovi sapori.”

L’intervista a Doctor Gourmeta si conclude, ma la serata è appena cominciata. Le luci si spengono, il pubblico si accomoda e gli “assaggi” della serata proseguono con una performance teatrale della compagnia “Couleurs du monde”. Lo spettacolo, dal titolo “Dang-osso”, unisce una coregrafia di teatrodanza delle due attrici alle musiche dal vivo, un accostamento di bonghi, batteria, pianola e voci. Il regista Stephane Ngono fa poi sentire la sua voce interagendo con il pubblico e raccontando spaccati di vita camerunense: i sogni di bambini che vorrebbero diventare calciatori e bambine che desidererebbero approcciarsi a studi in ambito medico. Chiude la manifestazione una sfilata di tessuti colorati: abiti variopinti a cura della stilista camerunese Sylvie Couture.

 

CREDITS

Copertina

Ndolè

CarloSpinelli

 

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