Aggiungi un posto a tavola (che c’è un elemento in più)

Il 30 dicembre 2015, mentre tutti erano occupati a pensare a cosa portare in tavola la sera seguente per il cenone di capodanno, un’altra tavola veniva apparecchiata con qualche piatto nuovo. È la tavola periodica degli elementi e queste nuove portate forse è meglio non provare ad assaggiarle.

La scoperta

È bastato un breve comunicato sul sito ufficiale della IUPAC, International Union of Pure and Applied Chemistry, la sera del 30 dicembre alle 23.50, per rendere in un attimo obsoleti tutti i libri di chimica generale in circolazione. Ununtrio, ununpentio, ununseptio e ununoctio.  Questi i working names, nominativi provvisori in sede di ricerca, dei quattro nuovi elementi scoperti che vanno a completare il settimo periodo della tavola periodica, occupando rispettivamente i posti numero 113, 115, 117 e 118.

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Ai ricercatori del Joint Institute for Nuclear Research di Dubna in Russia, in collaboraizione con gli americani del Lawrence Livermore National Laboratory in California è andato il credito per la scoperta degli elementi 115, 117 e 118. Quest’ultimo in collaborazione con l’Oak Ridge National Laboratory nel Tennessee. A spuntarla per la paternità dell’elemento 113 sono stati invece i giapponesi dell’istituto di ricerca RIKEN, il cui lavoro è stato giudicato il più completo di tutti.

Il riconoscimento ufficiale certifica la correttezza formale e il rispetto di tutti i criteri per la scoperta di nuovi elementi previsti dalle convenzioni in vigore e rappresenta il coronamento di anni di lavoro per i team di ricercatori coinvolti. A questi adesso spetta il prestigioso compito di scegliere i nomi e i simboli che andranno a rappresentare definitivamente sulla tavola periodica i nuovi elementi. L’ununtrio in particolare sarà il primo elemento ufficialmente scoperto e battezzato in Asia.

Non ci sono limitazioni particolari riguardo a come un elemento possa essere chiamato. Potrebbe richiamare il nome del suo scopritore, così come un personaggio della letteratura, o potrebbe essere un nome completamente inventato. Su change.org ad esempio è già apparsa una petizione per battezzare Lemmium uno dei nuovi elementi in onore di Lemmy Kilmister, frontman dei Motörhead, storica band britannica, recentemente scomparso.

Per trovare gli ultimi elementi entrati nella tavola prima dei nuovi arrivati bisogna tornare indietro fino al 2011. Era la volta dei numeri 114 e 116. Ribattezzati rispettivamente flerovio, dal nome del suo scopritore, il russo Georgij Flevor, e livermorio in onore dell’istituto californiano, protagonista anche in quell’occasione.

Naturalmente i nuovi elementi, come quasi tutti quelli del settimo periodo, non si trovano in natura e possono solamente essere sintetizzati in laboratorio. Inoltre si tratta di elementi che esistono non più di una frazione di secondo. Come tutti gli elementi con numero atomico superiore a 92, sono infatti estremamente instabili e il loro nucleo tende a perdere energia in pochissimo tempo. Perde protoni fino a raggiungere uno stato di maggiore stabilità divenendo, di fatto, un altro elemento con numero atomico inferiore.

Un plauso alla ricerca scientifica che completa la tavola periodica

La IUPAC ha espresso grande entusiasmo a nome della comunità scientifica, che può finalmente vedere completato il settimo periodo della tavola periodica degli elementi. Ma ovviamente la ricerca non finisce certo qui e i ricercatori sono già proiettati… verso il 119 e oltre.

Benché sia evidente che l’applicazione pratica di queste scoperte sia ad oggi decisamente ridotta, non ci si può comunque esimere dal manifestare grande soddisfazione per i traguardi della ricerca. D’altra parte la stessa storia del progresso scientifico insegna che spesso piccole scoperte sopraggiunte per caso hanno saputo fare la differenza in campi molto diversi.

Quanto a noi, per ingannare il tempo in attesa di dare un domani il benvenuto anche all’elemento 119, rimane…qualche libro di testo da ristampare!

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