“The Innocents”, il barlume nella storia

Attraverso repentini cambi di direzione e un continuo saliscendi nella profonda e rapida metro di Londra, si giunge alla Menier Gallery di Southwark Street con l’incalzante curiosità di osservare le opere esposte in occasione della più recente mostra, in corso sino al 21 novembre, di Laurel Holloman.

The Innocents, ventiquattro ritratti di donne e bambini tra i più cari all’autrice, inaugura un nuovo percorso intrapreso dalla pittrice americana, fino a ora nota e premiata per i suoi astratti espressionisti.

Prende luogo un cambiamento nel cambiamento. Piombati, infatti, in piano figurativo, i ritratti mostrano un’evoluzione all’interno della stessa raccolta: la resa dei personaggi cambia man mano che la Holloman produce nuove tele, cambiano gli occhi e la maggiore espressività. È il caso, ad esempio, del viaggio tecnico-rappresentativo che va da The Lioness e da The Ingenue sino a Mona Lisa Smile o ancora sino ad Another Rose In The Garden.

Una varietà all’interno di un’unica mostra che fa pensare a un’iniziale originalità di visione e a una giocosità di approccio, seguita da studio e crescita, una ricerca sempre più vicina alla riproduzione realistica. Va sottolineato qui che l’artista lavora su due step, il primo è quello del ritratto fotografico personalmente eseguito, il secondo quello della riproduzione su tela.

Resta costante, invece, l’intensità delle emozioni condivise. Indimenticabile lo sguardo in The invincible e dolcissimo quello in Sandra’s Eyes, o ancora magiche le espressioni di About A Boy e di The Sunset, nelle quali gli occhi dei bambini mostrano tutta la lungimiranza dell’osservare l’incanto del mondo e della natura.

All’inaugurazione del 17 novembre era presente anche Tracy Middendorf, una tra le modelle protagoniste dei ritratti di Laurel Holloman, nonché attrice americana dall’ampia filmografia.

In un’Europa scossa dai recenti avvenimenti di politica estera, una mostra sull’innocenza ci porta ancor più alla riflessione, al bisogno di ricerca di limpidezza e genuinità, di semplicità ed emozioni.

Appare quasi necessario soffermarsi su The Undecided, ritratto dell’innocenza dell’introspezione, di un disarmo interiore. Curva su di sé, la donna raffigurata rimanda a una donna che ripiega completamente su se stessa: una ricerca innocente e pura in quello che si direbbe un periodo buio, di dubbi e di incertezze. La posizione del corpo e lo sfondo mostrano una protagonista chiusa in qualcosa di cupo su cui riflettere.
Buio è lo stesso luogo in cui si trova la donna, ma il bianco delle lenzuola spezza e illumina il quadro come la riflessione sa illuminare la mente. Forse che il pensiero, che nasce nei periodi che ci contraggono l’anima e il corpo, è proprio il pensiero più puro, che ci schiarisce dentro riportandoci alla giuste visioni?
Che si tratti, infine, dell’autoritratto dell’artista o di questo periodo storico? Se così fosse, dopo le riflessioni e le indecisioni, segue il più delle volte un’azione decisa e coraggiosa, nel migliore dei casi un’azione ispirata e innocente.


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