Minoranze religiose e ostilità, dai fratelli Maccabei agli islamici Rohingya

Oltre al mondo politico, l’ambito religioso è quello in cui la parola “minoranza” ricorre più spesso.

Spesso nella Storia l’appartenenza a un gruppo meno numeroso all’interno di un territorio ha dato luogo a persecuzioni o rivolte. A volte essere circondati da una maggioranza differente per una certa caratteristica di cui si continua tuttavia a essere fieri può anche rendere più forte quella caratteristica, e spingere a lottare per essa. Ciò accade spesso per le religioni, alimentando in passato come oggi conflitti laceranti in diverse parti del Mondo.

La speranza di vincere con l’aiuto della fede, seppure in minoranza, è spesso alimentata anche da racconti sacri e celebrazioni di origine antica. Se ne trova un esempio nella tradizione ebraica, che festeggia la lotta dei fratelli Maccabei per riconquistare, con un esercito piccolo e meno organizzato, il tempio di Gerusalemme saccheggiato dai Seleucidi guidati dal sovrano Antioco V e dai suoi generali (fra cui uno di nome Gorgia) nel II secolo a.C.

“[1]Gorgia prese allora cinquemila uomini e mille cavalli scelti e si levò il campo di notte [2]per sorprendere il campo dei Giudei e annientarli all’improvviso; gli uomini dell’Acra gli facevano da guida. [3]Ma Giuda (Maccabeo, ndr) lo venne a sapere e mosse anche lui con i suoi valorosi per assalire le forze del re che sostavano in Emmaus, [4]mentre i soldati erano ancora dispersi fuori del campo. [5]Gorgia giunse al campo di Giuda di notte e non vi trovò nessuno; li andava cercando sui monti dicendo: «Costoro ci sfuggono». [6]Fattosi giorno, Giuda apparve nella pianura con tremila uomini; non avevano però né corazze né spade come avrebbero voluto. [7]Videro l’accampamento dei pagani difeso e fortificato e la cavalleria disposta intorno e tutti esperti nella guerra. [8]Ma Giuda disse ai suoi uomini: «Non temete il loro numero, né abbiate paura dei loro assalti; [9]ricordate come i nostri padri furono salvati nel Mare Rosso, quando il faraone li inseguiva con l’esercito. [10]Alziamo la nostra voce al Cielo, perché ci usi benevolenza e si ricordi dell’alleanza con i nostri padri e voglia sconfiggere questo schieramento davanti a noi oggi; [11]si accorgeranno tutti i popoli che c’è uno che riscatta e salva Israele».” (Primo libro dei Maccabei)

Questo evento viene festeggiato in una delle festività principali dell’ebraismo, Hannukkà, ma anche secondo i cristiani (cattolici e ortodossi) i protagonisti di questa vicenda sono da considerasi degni di lodi, i Maccabei sono infatti stati proclamati santi, da ricordare ogni 1 agosto.

Spesso neanche essere una maggioranza religiosa a livello mondiale, seconda per numero solo al cristianesimo, e tanto temuta e nominata dall’Occidente come è oggi l’Islam, non tutela da persecuzioni locali.

Tutti i media parlano di un Islam combattivo identificato con l’ISIS, ma ci sono anche ancora paesi in cui l’Islam è perseguitato come minoranza, indipendentemente da pregiudizi fondati su terrorismo e fatti attuali, ma solo in quanto tale. Si trovano in questa situazione i Rohingya, musulmani sunniti abitanti di uno Stato della Birmania,  lo Stato Rakhine. Essi sono perseguitati dalla maggioranza buddhista, in un conflitto con caratteristiche di pulizia etnica lontano dai media: le Nazioni Unite hanno stimato che almeno 300000 persone (il 10% della popolazione) abbiano bisogno di aiuti umanitari, forniti principalmente da Medicina Senza Frontiere, ma spesso interrotti bruscamente limitati dal governo stesso della regione. Le violenze attuali sembrano essere state scatenate da un singolo fatto avvenuto il 28 maggio 2012: lo stupro di una donna buddista da parte di un uomo islamico.

Curioso come tanto spesso siano piccole scintille a scatenare una massa più numerosa contro un gruppo più piccolo.

Images: copertina

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