webicocca

UNIVERSITA’ GAY-FRIENDLY: WEBICOCCA

Di Simone Belletti

Si è da poco conclusa la pride week milanese, una settimana di iniziative gay friendly culminate con la parata del 27 giugno.

Anche quest’anno la comunità LGBT, con il sostegno della cittadinanza milanese, ha fatto sentire la sua voce chiedendo per l’Italia leggi che riflettano un’idea di società aperta e inclusiva riguardo ai diritti della minoranza omosessuale e transgender.

Sono diverse le associazioni milanesi che si occupano di diritti LGBT, alcune sono già attive da diverso tempo, altre invece stanno nascendo, tra queste ultime, in ambito universitario, possiamo citare la neonata WeBicocca.

Abbiamo chiesto ai suoi fondatori (Mirko e Lorenzo) di parlarci del loro progetto:

 Iniziamo dalle informazioni base: quando e come nasce WeBicocca?

 (Lorenzo)

WeBicocca nasce più o meno un mese fa da una mia idea, volevo creare una rete di conoscenze nella realtà gay della Bicocca perché allora mancava un’associazione LGBT, mancava qualsiasi forma di aggregazione all’interno della realtà gay, allora ho contattato Mirko che conoscevo perché anche lui è associato ad Arcigay, sapevo che studiava anche lui in Bicocca e gli ho proposto la mia idea.

 L’idea è nata volutamente senza obiettivi prestabiliti se non quello di fare rete, costruire dei legami sociali nella maniera più naturale possibile: puntiamo sulla quotidianità, ci troviamo tutti i giorni, siamo in biblioteca a studiare insieme.

Esiste un’altra realtà associativa nascente all’interno della Bicocca con cui abbiamo valutato un’eventuale integrazione, ma per il momento abbiamo preferito restare separati perché la nostra idea è di costruire qualcosa di innovativo, di non assumere una forma prima che siano strutturate le relazioni all’interno del gruppo.

Qual è la situazione delle associazioni studentesche omosessuali in Bicocca?

 (Lorenzo)

Fino a due anni fa esisteva il KOB (collettivo omosessuali bicocca) poi è scomparso e attualmente con noi si sta creando un’altra associazione studentesca simile alle altre della realtà universitaria milanese, si chiama B.Rain, stiamo nascendo entrambi in questo periodo.

Quindi come vi definite? Un collettivo, un’associazione o un gruppo?

(Lorenzo)

Non vogliamo assumere delle definizioni per il momento, non perché vogliamo nascondere i nostri obiettivi ma perché partiamo dall’idea di innovazione sociale, un concetto peraltro teorizzato, secondo cui tutto ciò che porta qualcosa di nuovo all’interno della società civile deve nascere il più possibile spontaneamente, dalle relazioni, e per questo motivo è necessario partire dal basso. Perciò potremmo definirci un gruppo di persone dinamico che sta crescendo numericamente e qualitativamente sfruttando le risorse che pian piano emergono dalle persone.

Dunque possiamo dire che per ora l’obiettivo è farsi conoscere e far conoscere le persone all’interno dell’università…

 (Lorenzo)

Si certo. Nell’università e anche oltre: non c’è nemmeno il vincolo del luogo, partiamo dalla Bicocca ma la rete si allargherà come si allargherà.

Nella presentazione  sulla vostra pagina parlate dei limiti dei collettivi espressamente politici, mi vuoi spiegare meglio secondo te quali sono questi limiti?

 (Lorenzo)

Noi ci riferiamo alle realtà associative tradizionali che prevedono delle gerarchie, delle strutture, finanziamenti dall’università, un riconoscimento da parte del rettore o dall’amministrazione civile, noi vorremmo evitare questo tipo di percorso ed eventualmente adottarlo in futuro. La realtà associativa ci sta un po’ stretta, i vincoli burocratici ci impedirebbero di essere qualcosa di innovativo.

Che aria tira in Bicocca? Per esempio c’è stato recentemente il convegno Regolazione naturale della fertilità tra i cui relatori spiccavano personaggi notoriamente ostili ai diritti omosessuali, è stata un’eccezione o c’è poca tolleranza?

(Lorenzo)

Io personalmente sono legato all’ambiente di sociologia, che è molto aperto al discorso dei diritti agli omosessuali, al discorso dell’innovazione culturale, quindi l’aria che ho respirato personalmente è un’aria decisamente di apertura. Non solo su questi temi ma anche su quello dei diritti in generale, diritto di cittadinanza, diritti ai migranti, tutti quelli che rappresentano una disuguaglianza sociale trovano nelle facoltà come sociologia, psicologia, scienze della comunicazione interculturale delle personalità autorevoli che spingono in una direzione innovativa.

Credo che quel seminario sia stato un’eccezione, se ne è parlato parecchio in università ma non ci spaventiamo davanti alle opinioni diverse, anzi, noi vorremmo confrontarci anche con la realtà cattolica dell’università, con il gruppo di CL, il gruppo FUCI, per farci conoscere e instaurare relazioni e confrontarci e aprire uno spazio di dialogo.

Parliamo un po’ della vostra presenza su Facebook, voi avete una pagina e un gruppo…

(Mirko)

Il gruppo è nato come nucleo fondativo di WeBicocca e rappresenta chi partecipa a tutte le nostre iniziative. E’ un gruppo aperto nel senso che cercandolo su Facebook lo si può trovare, ognuno è liberissimo di fare quello che vuole: condividere eventi, pubblicare post è proprio un mezzo comunicativo per fare gruppo.

La pagina si sta evolvendo piano piano, lì ci sono le idee che partono dal gruppo, ci sono diverse rubriche che partiranno e che sono già partite, nate in modo spontaneo: c’è una rubrica sull’arte e sulla filosofia poi partiranno scienza, cinema, spiritualità, molte idee con diversi modi comunicativi, vogliamo espanderci.

(Lorenzo)

La pagina è il canale comunicativo-informativo: abbiamo scelto per il momento di tenere separato gruppo e pagina. La cosa originale della pagina è che la rubrica su tematiche specificamente LGBT sarà tenuta da un ragazzo etero, un giornalista on line laureato in sud America in scienze politiche e che si interessa di tematiche di disuguaglianze, lui curerà la rubrica LGBT.

Il 27 parteciperete come gruppo o singolarmente? (l’intervista si è svolta la sera del 26)

(Lorenzo)

Noi partecipiamo come WeBicocca, lanciamo questa sera la proposta al gruppo, però non porteremo bandiere o altro di identificativo, l’unica cosa che faremo sarà distribuire albicocche lungo il Pride, per noi l’albicocca è il simbolo, c’è il gioco di parole che richiama la nostra università ma è un frutto costituito da due parti, nel nostro logo l’albicocca assume la forma di un cuore con una parte rossa e una arancione a simboleggiare la diversità.

Ci siamo rivisti il giorno dopo al pride. Alla fine la proposta si è evoluta dalla sera prima: oltre a distribuire le albicocche, per far conoscere il gruppo, si è fatto un album fotografico dove ai partecipanti è stato chiesto di scrivere su una  lavagnetta cosa secondo loro “porta frutti”; c’è chi ha scritto l’amore, chi la tolleranza, chi l’entusiasmo, io ho optato per “lo sbuffo porta frutti”, perché qualche frutto siamo convinti di poterlo portare anche noi col nostro giornale.

Lo Sbuffo porta frutti!
Lo Sbuffo porta frutti!

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