“Mother’s little helper” ovvero stereotipi di genere e sostanze d’abuso

di Simone Belletti

“Mother needs something today to calm her down
And though she’s not really ill, there’s a little yellow pill
She goes running for the shelter of a mother’s little helper
And it helps her on her way, gets her through her busy day”

Recita una canzone dei Rolling Stones, “Mother’s little helper” dall’album Aftermath, 1966.

Questo piccolo aiutino in pillole per affrontare la giornata è una scanzonata ironia sull’abuso di psicofarmaci in ambito domestico, un fenomeno che a partire da quel periodo conobbe una notevole espansione.

Proprio in quegli anni era cominciata diffusione del Diazepam, meglio noto col nome commerciale di Valium. Il farmaco ebbe uno straordinario successo, e fu solo tra i primi di una serie di tranquillanti e sonniferi, tutti appartenenti alla stessa famiglia, quella delle benzodiazepine.

Si tratta di una classe di farmaci dalle proprietà sedative e ipnotiche, in grado cioè di produrre un effetto calmante e indurre il sonno.

Usate principalmente per i disturbi d’ansia e per l’insonnia, le benzodiazepine sono andate a sostituire quasi del tutto l’uso dei barbiturici, fornendo gli stessi benefici ma riducendo sensibilmente gli effetti collaterali (primo tra tutti il rischio di overdose).

Da allora ansiolitici e sonniferi a base di benzodiazepine sono ampiamente usati e prescritti, tanto che ormai nomi come Tavor, Xanax, Minias, Lexotan, Valium ci suonano familiari.

Lasciando per un momento i Rolling Stones e gli anni ‘60 veniamo all’attualità.

 Annualmente il Dipartimento Politiche Antidroga consegna al parlamento la relazione “Uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia”.

L’ultima relazione annuale (relativa al 2013 e primo semestre 2014) contiene un dato piuttosto notevole, su cui credo valga la pena proporre una riflessione.

Dalle statistiche sui consumi degli studenti (15-19 anni) emerge come i maschi siano i maggiori assuntori di ogni sostanza (cannabis, eroina, cocaina, stimolanti, allucinogeni), con un’unica eccezione: alla voce “tranquillanti e sedativi non prescritti” risulta che le consumatrici siano più del doppio rispetto ai consumatori maschi.

E’ chiaro che sotto la dicitura “tranquillanti e sedativi” si nasconda essenzialmente la classe delle benzodiazepine, di cui le ragazze sono ancora oggi le maggiori consumatrici.

Per interpretare questo dato, apparentemente così singolare, sarebbe opportuno tornare a “Mother’s little helper”: non è un caso che l’abuso di queste sostanze, nella canzone, sia associato ad una figura molto precisa, la donna casalinga della classe media, madre di famiglia, brava moglie, angelo del focolare, però repressa e frustrata, soffocata dal suo ruolo.

La risposta, infatti, la si potrebbe ricercare negli stereotipi di genere: caratteristiche e ruoli attribuiti a uomini e donne unicamente in base al genere di appartenenza, si tratta di convenzioni che  molto spesso tradiscono una visione prettamente maschilista.

Questi stereotipi influenzano la vita e le abitudini degli individui anche nel campo del consumo di droghe, stereotipi che assegnano all’uomo un’indole esuberante e aggressiva e alla donna una psiche isterica, debole e repressa, e da ciò un maggior uso di sedativi da parte del pubblico femminile a discapito di altri tipi di sostanze ricreative.

Questa è la situazione presente, ma anche nel campo delle cattive abitudini sembra che le cose stiano cambiando, le statistiche riportate nella relazione annuale 2014 indicano che sempre più ragazze scelgono sostanze considerate “maschili”, a dimostrare che lo stereotipo, pur essendo ancora vivo e vegeto, ha sempre meno influenza.

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